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Comune potrà pignorare stipendio o conto corrente a chi non paga tasse locali

ROMA – Il Governo giallorosso si appresta a far approvare, in manovra, norme che si addicono più a un regime dittatoriale che a uno Stato democratico. Il Comune si può sostituire all’Agenzia delle Entrate per arrivare con più velocità a pignorare una parte del conto corrente o dello stipendio a chi non paghi le tasse locali, come l’Imu o quella sui rifiuti. L’accelerazione della procedura è contenuta in un articolo della manovra in discussione in Parlamento. La norma non riguarda le multe stradali, anche se è circolata la voce che sarebbe allo studio un emendamento per includerle.

«I cittadini non si devono preoccupare, non mi risulta», ha rassicurato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ma sembra un’affermazione che assomiglia miolto all’ «Enrico stai sereno» di renziana memoria, con i contribuenti italiani nel ruolo di Enrico Letta.

Il segretario della Lega Matteo Salvini, è però partito all’attacco: «Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare, secondo me siamo all’Unione sovietica fiscale, lo stato di polizia fiscale».

La nuova procedura, nelle intenzioni degli strateghi giallorossi, rientra fra quelle di contrasto all’evasione: si stima che siano 19 i miliardi ancora non riscossi dagli enti locali. In pratica, prima di avviare l’iter che portava al pignoramento, finora il Comune doveva compiere due passaggi: il primo era l’accertamento, con cui il debitore veniva sollecitato a pagare e veniva invitato a giustificare il ritardo. Se il debito non veniva comunque saldato, scattava il secondo passaggio, cioè l’emissione della cartella esattoriale. Con la nuova formula, accertamento e cartella diventano una sola cosa.

Quindi: entro tre mesi dalla notifica dei mancati pagamenti, i Comuni potranno attivare le procedure di riscossione, che resteranno sospese per altri sei mesi per consentire agli interessati di mettersi in regola. Dalla notifica dei mancati pagamenti all’avvio della procedura forzosa di riscossione (fermo amministrativo, pignoramento o ipoteca, strumenti già in atto da tempo) passeranno in sostanza circa nove mesi.

Ovviamente, restano tutti i limiti e le scadenze intermedie che garantiscono i cittadini dal momento in cui viene emesso il bollettino per la tassa locale fino all’esecuzione ‘forzosa’ con il pignoramento. Fra l’altro, gli enti locali avranno anche l’obbligo dell’invio di un sollecito di pagamento per il recupero di importi fino a 10 mila euro e i debitori potranno scaglionare i pagamenti, con un massimo di 72 rate.

Si tratta comunque di palliativi, lo scandalo di questa norma è il consentire direttamente ai Comuni d’intervenire con procedura forzosa sui conti correnti dei cittadini, eliminando il passaggio fra accertamento, emissione della cartella esattoriale e esecuzione forzosa, tre tappe poste giustamente a garanzia del cittadino.

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