Torino: presentazione libro Galmozzi, ex prima linea. Polemiche anche in seno alla sinistra

Tra i fondatori di Prima Linea e condannato per gli omicidi dell’avvocato e consigliere provinciale dell’Msi, Enrico Pedenovi, e dell’agente di polizia Giuseppe Ciotta, l’ex terrorista Enrico Galmozzi torna a far parlare di sé scatenando polemiche in vista della presentazione di un suo libro, stasera, a Torino.
Galmozzi è già finito nella bufera nei mesi scorsi per alcuni post pubblicati su Facebook. L’ex terrorista aveva preso di mira il leader della Lega e allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che a luglio scorso aveva dato notizia di aver ricevuto una busta con dei proiettili: «Giù la testa, coglione. Non fare il cinema che ti va di culo: una volta invece di spedirli li consegnavamo di persona…», il commento choc di Galmozzi sul social network. Parole che avevano provocato la reazione del segretario del Carroccio: «Terrorista rosso,condannato per omicidio, oggi mi insulta e minaccia… Strano Paese l’Italia», aveva commentato Salvini, al quale si era aggiunta la dura condanna dei familiari delle vittime, in primis Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta. Sotto accusa, a dicembre dello scorso anno, erano finite anche altre frasi scritte da Galmozzi sui social in difesa di Cesare Battisti. Il personaggio dell’ex terrorista dei Pac, si spingeva ad affermare Galmozzi, è stato «costruito dalla stampa che non solo ne ha fatto un mostro sotto il profilo criminale ma ne ha costruito anche una immagine antipatica».
Si dissocia perfino l’Arci. «Non eravamo a conoscenza dell’iniziativa de La Poderosa con Chicco Galmozzi: aderiscono al nostro Comitato Arci Torino oltre 150 circoli e ognuno ha autonomia nella propria proposta di iniziative. Nel rispetto della libertà di espressione, ribadiamo, però, come Comitato, la nostra netta condanna a ogni forma di violenza o di minaccia». Cosi’, il presidente del Comitato Arci Torino, Andrea Polacchi, commenta la notizia della presentazione del libro, questa sera a Torino, di Enrico Galmozzi, fondatore di Prima Linea. Ma resta l’inveterata abitudine della sinistra a rimettere al proscenio coloro che si macchiarono di delitti di sangue negli anni di piombo, e adesso, scontata una pena spesso ridotta, ripropongono le loro teorie, sconfitte dalla storia ma non dimenticate da una parte della politica italiana.
