Torino: violenze a Chiomonte, in carcere due noti, storici leader del centro sociale Askatasuna
TORINO – Ci sono anche gli storici leader del centro sociale Askatasuna, G. R. e M. M. tra i 14 destinatari delle misure cautelari frutto di un’indagine della Procura della Repubblica di Torino. I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Digos in collaborazione con gli omologhi uffici di Padova, Modena e Vicenza. I due si trovano ora in carcere. Nel gruppo anche due fra i principali referenti dell’ala piu’ oltranzista del movimento No-Tav, E.S. ed O.F., per cui e’ invece scattato il divieto di dimora nei comuni della Val Susa ed obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Ci sono poi anche sette noti militanti di Askatasuna, C.S., R.S., R.L., P.A., M.L., G.M. per cui e’ scattato il divieto di dimora in provincia di Torino ovvero nei Comuni della Val Susa, e G.S. per cui invece scatta l’obbligo di Presentazione alla polizia giudiziaria Infine per tre esponenti antagonisti di Modena, G.M. del centro sociale Guernica, di Parma V.A. e di Vicenza, E.G. del centro sociale Bocciodromo e’ stato attivato il divieto di dimora in provincia di Torino. Tutto il gruppo si e’ reso responsabile dei reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorita’.
I fatti risalgono allo scorso 27 luglio, quando durante la quarta edizione del “Festival dell’Alta Felicita’” organizzato presso il presidio permanente di Venaus, circa 3.000 partecipanti alla Kermesse provenienti da diversi contesti territoriali, partiti da Venaus in corteo, raggiunsero il Comune di Giaglione, percorrendo il sentiero Gallo Romano (in violazione del provvedimento interdittivo emesso dal Prefetto di Torino) fino alla “cancellata metallica” preventivamente dislocata ad 1 km dall’area di interesse strategico nazionale di Chiomonte. Qui un gruppo di
facinorosi utilizzando flessibili e lanciando pietre creo’ un varco nella struttura metallica, mentre circa 100 antagonisti travisati posizionatisi sulla parte alta della montagna lanciarono grosse pietre all’indirizzo dei contingenti di Polizia che si vedevano costretti ad utilizzare alcuni lacrimogeni (nell’occorso rimaneva anche ferito un operatore della Digos). Dopo poco, i circa 3000 manifestanti, che nel frattempo erano riusciti a crearsi un varco e a ribaltare la cancellata predisposta sul sentiero Gallo Romano, giunsero, in parte al Ponte Clarea, e in parte raggiunsero alcuni sentieri della parte alta della montagna lanciando con delle fionde circa 50 bombe carta.
