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Genova: detenuto in permesso premio evade, già 23 in quest’anno. Sindacato Sappe, rivedere la normativa

GENOVA – Aveva ottenuto un permesso premio dal magistrato di Sorveglianza ma, allo scadere del beneficio, non è rientrato nel carcere di Marassi, dove era ristretto, facendo perdere le sue tracce. «Tecnicamente si tratta di evasione, e questo non può che avere per lui gravi ripercussioni se non si costituisce al più presto.L’uomo è un detenuto italiano, ristretto nel carcere di Marassi nellaV^ Sezione attenuata. Ed è il secondo detenuto che, in permesso, in pochi giorni evade» , spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.

E’ opportuno predisporre al ministero della Giustizia un urgente tavolo tecnico di tutti gli attori in causa, magistratura, autorità penitenziarie, polizia penitenziaria permettere in campo, con la competenza e il contributo di tutti, una strategia comune, capace di rispondere in maniera più incisiva alle esigenze di sicurezza delle strutture e anche del territorio, dal momento che taluni detenuti che non rientrano dal permesso, di sicuro rientrano nel loro territorio a delinquere!! E questo, per una società civile, non è ammissibile, tollerabile!». Lo dice Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, dopo l’evasione da Marassi di un detenuto in permesso premio.

Per il Sappe, «nel primo semestre dell’anno 2019 si sono verificate, nelle carceri italiane, 5 evasioni da istituti penitenziari, 23 evasioni da permessi premio, 6 da lavoro all’esterno, 10 da semilibertà e 18 mancati rientri di internati. Serve, allora, un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna previa una dotazione organica deiReparti della Liguria. A nostro avviso è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna – potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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