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Ricchezza mondiale: 2.153 Paperoni hanno più soldi di 4,6 miliardi di persone

Alcuni dei Paperoni mondiali: ossia gli uomini più ricchi del mondo. In tutto sono 2.153

DAVOS – E’ la notizia di anteprima del World Economic Forum di Davos: viviamo in terra di diseguaglianze, in cui un’élite di 2.153 Paperoni mondiali è più ricca di 4,6 miliardi di persone, e in cui la quota di ricchezza della metà più povera dell’umanità, circa 3,8 miliardi di persone, non sfiora nemmeno l’1%.

E’ l’allarme sulla diseguaglianza globale che Oxfam lancia nel suo rapporto Time to Care alla vigilia del World Economic Forum a Davos. Una situazione che tocca anche l’Italia, dove, a metà 2019, la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco superava la quota del 70% più povero. Un Paese bloccato, come lo disegna l’organizzazione non governativa, dove l’ascensore sociale è fermo: «Ci vorrebbero – scrive Oxfam – cinque generazioni per i discendenti del 10% più povero per arrivare a percepire il reddito medio nazionale». E’ così che “le diseguaglianze si perpetuano” da una generazione all’altra.

E’ in questo scenario che Oxfam rinnova il suo appello: «Solo politiche veramente mirate a combattere le disuguaglianze potranno correggere il divario enorme che c’è fra ricchi e poveri. Tuttavia, solo pochissimi governi sembrano avere l’intenzione di affrontare il tema», dice Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia.

Disuguaglianze che continuano a crescere, se della ricchezza globale creata in un anno il 58% è andato all’1% più ricco. Se i 2.153 miliardari della lista Forbes 2019 hanno in mano l’equivalente di ciò che ha il 60% della popolazione mondiale. Globalmente, il fenomeno è esacerbato dal gender gap: gli uomini, nel 2018, possedevano “il 50% di ricchezza in più rispetto a quella posseduta dalle donne”, spesso ancora relegate all’accudimento di figli o familiari. In Italia, ancora nel 2018 la quota delle donne che non avevano mai lavorato, per prendersi cura dei figli, era pari all’11,1% (3,7% la media europea). E pesa l’abbandono scolastico, dove Oxfam lancia un ulteriore allarme: “nel confronto europeo, nel 2018, l’Italia si trovava in quart’ultima posizione” ponendosi accanto a Spagna, Malta e Romania per l’incidenza degli abbandoni scolastici che condizionano le opportunità di benessere.

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Ernesto Giusti


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