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E’ morto Narciso Parigi: era l’erede di Odoardo Spadaro e l’inventore dell’inno della Fiorentina

Narciso Parigi riceve da Gino Salica la maglia numero 90 della Fiorentina

FIRENZE – Se n’è andato nella notte fra venerdì 24 e sabato 25 gennaio, Narciso Paigi. Aveva 92 anni. Firenze e la Fiorentina sono in lutto: perchè con lui si sono spenti, contemporaneamente, l’erede di Odoardo Spadaro e l’inventore dell’inno della Fiorentina, con il mitico incipit «garrisca al vento il labaro viola». Soprattutto, Narciso, era un fiorentino vero, uno legato profondamente a questa città. La sua voce e il suo sorriso ci accompagneranno per sempre. Oggi, prima di Fiorentina-Genoa, i tifosi viola lo ricorderanno. L’inno di Narciso, per chi ama la Fiorentina, è un po’ come l’inno di Mameli, ma forse addirittura qualcosa di più. Scrivo queste note con le lacrime agli occhi e non me ne vergogno: conoscevo Narciso Parigi da oltre cinquant’anni, ossia da quando arrivai a La Nazione, nel 1966, l’anno dell’alluvione. L’ultima volta ci siamo visti a un evento del Rotary che presentai io, a Bagno a Ripoli, nel 2016, proprio per celebrare la Fiorentina.

Narciso Parigi con Sandro Bennucci al Rotary, nel 2016, durante un evento organizzato per celebrare il grande cantante e la Fiorentina

Ecco, la Fiorentina, grazie all’inno, inventato a Milano e fatto cantare per la prima volta ai giocatori dell’Inter (uno scherzo da chi è nato sulle rive dell’Arno) ha contribuito a tenere vivo il mito di Narciso Parigi che è stato, bisogna sottolinearlo, un cantante di assoluto rilievo. Debuttò a Radio Firenze nel 1944 sotto la direzione del maestro Ariani, affermandosi in breve tempo come “cantante della radio” con le varie orchestre RAI (quelle dirette da Guido Cergoli e Nello Segurini), e in particolare con la formazione di Francesco Ferrari, con la quale collaborò dal 1945 al 1965 (seguendola quando si trasferì a Roma nel 1948). Il suo repertorio, inizialmente impostato su tipici stornelli o su brani dalla costruzione simile a quella delle stornellate, si apre progressivamente a un repertorio classicamente melodico. Nel 1955 partecipa al Festival di Sanremo con Incantatella in coppia con Claudio Villa e Ci ciu ci cantava un usignol, insieme Natalino Otto e i Radio Boys, destinata a diventare un successo internazionale. Nel 1957 è tra i protagonisti di Voci e volti della fortuna, il programma radiotelevisivo precursore di Canzonissima, abbinato alla Lotteria di Capodanno. Nel 1960 in coppia con Luciano Rondinella vince il Festival internazionale di Firenze con Rondini fiorentine e nel 1962 torna sul palcoscenico sanremese con Vita, in coppia con Giorgio Consolini.

Considerato uno dei più popolari interpreti della canzone italiana degli anni Cinquanta, erede di Odoardo Spadaro, si avvale di uno stile asciutto e sobrio che non abusa di abbellimenti e tenta di colpire direttamente l’attenzione dell’ascoltatore. Il merito è anche di una perfetta dizione e di una tecnica vocale particolare, acquisita proprio nella lunga esperienza di stornellatore, che lo porta a far emergere le sfumature della melodia lasciando che la voce scivoli via come si fa sui doppi sensi degli stornelli. Non canta soltanto stornelli, ma si cimenta con i motivi più in voga di quegli anni facendosi apprezzare per il modo spontaneo e coinvolgente che lo caratterizza.

Oltre ad aver dato un decisivo contributo alla canzone italiana con AngelinaPrigioniero d’un sognoTango del mare e Io t’ho incontrata a Napoli, Terra straniera, fu un punto di riferimento per il suo repertorio.  Nel 1963 partecipa al Festival di Napoli insieme a Nunzio Gallo con il brano Annamaria classificandosi terzo. Alla stessa manifestazione presenta anche ‘A stessa Maria accoppiato a Mario Abbate e ‘A fenesta ‘e rimpetto insieme a Maria Paris. Quest’ultimo brano, però, non viene inciso su disco. Sposatosi con Fiorella Allegrini, nel 1957, ha avuto tre figli: Daniela, Stefano Menotti e Andrea. Ha ricevuto, Narciso, tanti premi, fra i quali anche il Fiorino d’oro, ma il riconoscimento più bello è che lui resterà per sempre nel cuore e nella mente dei fiorentini e dei tifosi viola.

 


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze Post Scrivi al Direttore

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