Migranti: Cpr Toscana, la Cgil, come Rossi, è contraria all’apertura, ma Nardella lo considera necessario

La visita del ministro Lamorgese a Firenze è stata l’occasione per riprendere e rilanciare in Toscana il discorso dell’istituzione di un Cpr per ospitare i migranti che sono in attesa di espulsione. Ricordo che già nel 2010, quando venni a svolgere le funzioni di prefetto a Firenze, da Torino (dove il Cpr, allora Cie, esisteva da tempo e funzionava), mi espressi in senso positivo per la collocazione di un centro analogo nella nostra regione, indicando al Ministero anche una località in provincia di Pisa, e ricevendo la reazione dirompente del governatore Rossi, non tanto perché la localizzazione era nella sua provincia, quanto perché, da buon comunista osservante, era contrarissimo a questo tipo di istituzioni.
In seguito, con governi prevalentemente a guida della sinistra (anche se mascherati da governi del Presidente) la questione non si è sostanzialmente più riproposta. Nei giorni scorsi invece, quando il ministro Lamorgese ha sollevato l’esigenza di realizzare, finalmente, anche in Toscana, un Cpr, il sindaco Nardella si è espresso in modo favorevole, facendo capire che poteva anche essere collocato nell’area della città metropolitana, ma che forse era meglio altrove.
Non abbiamo registrato (almeno per ora) reazioni furiose di Rossi, ma dal campo della sinistra ortodossa, quelli che un tempo si definivano trinariciuti, è entrata in azione la Cgil che, in un lungo comunicato, ha ribadito «di aver sempre considerato un valore politico e culturale la scelta di non aver mai voluto aprire nella nostra regione un simile Centro. Cambiano i nomi ma restano Centri in cui rischiano di finire non certo efferati criminali come si vuol far credere, ma persone colpevoli solo di non avere documenti validi o colpevoli di dove essere ancora identificati. Ritenere che, senza alcun tipo di condanna dell’autorità giudiziaria, si possa prevedere di togliere la libertà personale è un errore gravissimo, che ha conseguenze anche nel nostro modo di intendere il senso di convivenza civile. I diritti Costituzionali, per volontà dei nostri Padri Costituenti, si applicano a tutti e tutte non solo ai cittadini italiani e questa è una lezione che non dobbiamo mai dimenticare. Come Cgil Firenze e Cgil Toscana siamo convinti che le risorse debbano essere impiegate in percorsi di accoglienza e integrazione e non in Cpr, in un sistema di accoglienza diffusa da rilanciare e rafforzare prima di tutto attraverso l’abolizione dei decreti sicurezza».
Questo, in sostanza, il documento firmato da Maurizio Brotini (Segreteria Cgil Toscana) e Gianluca Lacoppola (Segreteria Cgil Firenze), nel quale viene ribadita la vecchia teoria dell’accoglienza per tutti e ad ogni costo, alla quale debbono essere dedicate le principali risorse, anche, aggiungiamo noi, a scapito della sicurezza dei cittadini. Peccato che, secondo l’ultima indagine Eurispes, sostanzialmente il 65% degli italiani sia ormai contrario a queste tesi di massima apertura all’immigrazione incontrollata.
Le anime belle della sinistra non si sono accorte che gli italiani ne hanno piene le tasche di migranti che delinquono, stuprano o spacciano nelle nostre città, o comunque bivaccano nullafacenti a spese nostre, ben nutriti e ben assistiti.
La campagna per le elezioni regionali è già stata aperta da Eugenio Giani, mentre non si sa ancora chi sarà il suo sfidante del centrodestra, che sta commettendo lo stesso errore rimproveratogli per le elezioni del Comune di Firenze, quando il candidato fu indicato con gravissimo ritardo. Ma anche per le regionali riteniamo che la questione dei migranti e del cpr sarà certo una di quelle al centro della disfida.
