Coronavirus, effetto – Giuseppi: a Firenze strade e autobus vuoti, ma la coda al supermercato è quintuplicata

FIRENZE – Dopo il solenne intervento del premier a reti unificate, il terzo in quattro giorni, con il quale Conte annunciava con aria da ultima spiaggia ulteriori restrizioni per gli italiani, (in quattro giorni tre Dpcm, non ci si poteva pensare prima?) stamani, munito di mascherina autoconfezionata e autodichiarazione, dovendo uscire a fare la spesa (si deve pur sopravvivere, nonostante tutto), mi sono diretto all’Esselunga di Via Masaccio.
Uscito dal portone amara non sorpresa (me l’immaginavo), erano le ore 7,30 ma la coda arrivava quasi a metà del tratto del viale Don Minzoni davanti a casa mia. Il che voleva dire oltre un’ora di attesa. Le foto postate sono eloquenti.
Mi sono messo l’animo in pace e mi sono recato in altro supermarket, più distante, ma situato in una zona piena di studi professionali e di abitazioni di alto livello, davanti al quale ovviamente non c’era coda, a parte il solito migrante che, accosto all’uscio, continuava a offrire le sue solite mercanzie anche in questa situazione, ma questa è
l’Italia.
Per la strada osservavo la quasi assoluta assenza di traffico, gli autobus vuoti, piazze deserte, una colf che portava il cane a fare il bisognino. Segno che, almeno sotto questo aspetto, come ha sottolineato il prefetto Lega, i fiorentini hanno compreso e si adeguano.
Reagiscono in modo sbagliato, ma comprensibile, alle ondivaghe indicazioni del governo, che all’inizio ha preso un po’ sottogamba il problema, dando la responsabilità ai governatori del Nord (vero Giuseppi?), mentre Zingaretti andava a Milano a dimostrare che si poteva prendere l’aperitivo (e adesso è in quarantena), a Firenze il sindaco lanciava l’appello abbraccia un cinese e apriva i musei gratis, si invitava (lo hanno fatto autorevoli esponenti e intellettuali della sinistra) a gustare gli involtini primavera di stampo cinese.
Dopo poco però governo e Pd si sono accorti della mala parata e hanno cominciato a capire che forse gli appelli dei governatori del Nord, quelli, anche se un attimo tardivi, di Enrico Rossi (che poi, da parte sua, ha preso provvedimenti adeguati), e perfino quelli della Meloni e di Salvini non erano del tutto sbagliati e ha indirizzato la rotta verso un maggior rigore.
Il risultato è che la gente crede agli appelli fondati sulle dichiarazioni degli esperti e li rispetta (vedi regole da seguire nei rapporti interpersonali), ma non crede agli inviti categorici del premier che tenta di rassicurare la gente. Non andate in massa nei negozi degli alimentari, aveva solennemente ingiunto ieri sera Giuseppi. Il risultato lo si vede inequivocabilmente dalle foto postate sopra, che testimoniano lo stato d’animo di una città civile come Firenze. Attendiamo un altro intervento dell’inquilino del Quirinale, con voce altisonante e sguardo fiero per dimostrare autorevolezza? Vedremo, da troppo tempo la gente vive nell’incertezza.
