Merkel cede all’emergenza coronavirus e apre alla solidarietà e flessibilità in Europa

Anche la tetragona cancelliera Merkel, che ha imposto per decenni la regola dell’austerità all’Europa, impoverendo paesi come Grecia e Italia, cede di fronte al coronavirus e preannuncia il ritorno (finalmente) alla flessibilità necessaria nelle emergenze. Anche la Germania dunque farà tutto quello che è necessario e che è possibile fare e che va fatto per contrastare il coronavirus, per uscire da questa crisi grave. Spendendo quello che servirà senza vincoli. E tutto sarà fatto per aiutare l’Italia, perché la Germania non si tira certamente indietro, è pronta a dare tutto il sostegno, con i mezzi e le modalità opportune, e agendo di concerto con i partner dell’Unione Europea per trovare più flessibilità, quella di cui ha bisogno Roma.
Angela Merkel, con tono pacato ma rassicurante, si è rivolta alla nazione, ai suoi concittadini, ma anche all’Italia e all’Europa. In una lunga conferenza stampa, condivisa con il ministro della Sanità, Jens Spahn, e con Lother Wieler, il direttore dell’autorevole istituto governativo Robert Koch, la cancelliera ha fatto sentire ieri la sua voce nella lotta contro il coronavirus. Ce lo racconta sul Sole 24Ore Isabella Buffacchi.
Alle domande che la pressavano ora sullo zero nero (la regola del pareggio di bilancio e del freno al debito) o sui vincoli del Patto di stabilità, sulla tragica escalation dei contagi in Italia e sui casi in Germania, sul traffico illegale delle mascherine e sulle partite di calcio della Bundesliga, sull’entità delle misure di intervento pubblico a livello domestico ed europeo, la Merkel ha fatto capire che non sono questi i tempi di preoccuparsi dei vincoli di bilancio. L’attenzione della cancelliera è riposta altrove, sulla proiezione «di esperti» secondo i quali «il 60%, il 70%» della popolazione, mondiale e quindi anche tedesca, potrà essere contagiata dal coronavirus, «in mancanza di terapie e di medicinali, mettendo a rischio le persone più anziane e chi ha avuto malattie precedenti». Di fronte a questo scenario, la Merkel ha promesso solennemente che «tutto il necessario sarà fatto» per la sanità e per l’economia, per rallentare i contagi e per guadagnare tempo, che è l’unica grande arma contro il coronavirus: senza porsi limiti, quindi facendo intendere che si potranno prendere spazi di manovra dallo zero nero in Germania e dai vincoli di bilancio in Europa.
La cancelliera ha preannunciato per la Germania una serie di misure tra le quali liquidità alle aziende e cassa integrazione speciale (Kurzarbeit), che è molto efficace e per la quale è disponibile un fondo da 26 miliardi. La cancelliera ha anche detto che nessun sistema sanitario in Europa dovrà entrare in emergenza, e che scatteranno misure di solidarietà (in risposta a chi le chiedeva se fosse già stato inviato personale medico o attrezzature per gli ospedali in Italia). Per la Merkel è necessario salvaguardare tanto i malati quanto l’economia, e su questo la cancelliera ha detto di trovarsi in sintonia con il senso di urgenza e di gravità rimarcati dalla presidente della Bce, Christine Lagarde (la cancelliera ha fatto questo riferimento prima del disastroso esordio di Lagarde che ha affondato la Borsa di Milano e fatto balzare lo spread). La Merkel ha messo in chiaro che il federalismo in Germania, additato da molti come freno agli interventi veloci necessari per arginare i contagi, non deve servire per eludere le proprie responsabilità, ma per prendersele: non a caso la prima domanda posta ieri dai giornalisti tedeschi non è stata sul 70% della popolazione colpita dal virus, ma sulla Bundesliga, con le polemiche sulla raccomandazione di Berlino a cancellare eventi con oltre mille partecipanti.
Quindi solidarietà e flessibilità, due parole che nel vocabolario della Merkel suonano nuove e che promettono scenari d’azione positivi per l’Europa e per l’Italia.
