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Coronavirus: agroalimentare, per risolvere la crisi regolarizzare gli immigrati. proposta della Cisl

ANSA/ FRANCO CAUTILLO

ROMA – Ideona della Cisl, sulla scia della politica pro migranti propugnata da sempre da Papa Bergoglio. Regolarizzare tutti i migranti in nero e irregolari. Chi paga? «Continuiamo a sostenere quanto proposto gia’ l’anno scorso: una regolarizzazione che contribuisca a far emergere il lavoro nero, a riconoscere diritti e doveri ai tanti immigrati lasciati ai margini della societa’, specialmente dopo i decreti sicurezza». Evidente, secondo la Cisl, che la colpa è tutta di Salvini. Lo afferma il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, in una lunga intervista sul caporalato pubblicata da In Terris, il quotidiano digitale fondato da Don Aldo Bonaiuto. «Nelle baraccopoli – afferma il sindacalista parlando dell’emergenza Coronavirus – servono interventi urgenti: non solo informazione, ma anche visite mediche, sanificazione degli ambienti, dispositivi di sicurezza. Per quanti sforzi si facciano, anche contro il Coronavirus molti residenti dei ghetti rimangono gli ultimi tra gli ultimi. Ancora non sono bene informati dei gravi rischi che corrono, e quando lo sono si trovano comunque nell’impossibilita’ di difendersi. Le stesse raccomandazioni dei ministeri sono pubblicate in italiano, il che vuol dire che tante persone neanche le comprendono. In questo momento, nei ghetti, senza sindacati e senza volontari delle ong l’ecatombe sarebbe gia’ compiuta».

«Il fatto che neanche in piena emergenza da Coronavirus i caporali smettano di speculare sulla pelle dei lavoratori – spiega Rota -la dice lunga sul fenomeno e sulla spregiudicatezza di queste persone. Essendo il motore trainante della nostra economia, ed essendo anche in questo momento considerato fondamentale per tutti, al pari dei settori sanitario e farmacologico,l’agroalimentare fara’ sempre gola alle organizzazioni criminali. Ma abbiamo dalla nostra parte tanti strumenti per vincere: giuridici e penali, culturali, sociali. Sono convinto che questa crisi enorme vada colta anche per rivedere tutti i nostri comportamenti quotidiani: accettare di lavorare in nero, acquistare prodotti non certificati, non denunciare i fenomeni mafiosi, sono tutte cose che dovranno essere ripudiate, se si vuole un’economia piu’ sana e piu’ civile».

La proposta è subito accolta dalla ministra renziana Bellanova: «nel settore agroalimentare occorre garantire alle imprese manodopera. Dobbiamo urgentemente mettere mano alla regolarizzazione, anche temporanea, dei lavoratori stranieri». Non commentiamo: una regolarizzazione parziale, poi tornano irregolari e quindi passibili di espulsione? Incredibile.

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