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Milano: l’Arcivescovo contro il Governo, abbiamo bisogno di gesti, ma i gesti ci sono impediti

MILANO – «Abbiamo bisogno di gesti, ma i gesti sono stati impediti». Inizia così la breve riflessione che l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha svolto sul sagrato di piazza Duomo, rispondendo alla richiesta del responsabile di una comunità pastorale che il vescovo portasse la sua parola in occasione di una celebrazione in ricordo delle persone morte a causa del Coronavirus, per le quali non hanno potuto avere luogo i funerali.

In questo contesto, ha detto Delpini, «la consolazione della speranza che viene dal pane eucaristico ci ricorda che chi mangia di questo pane vivrà in eterno. Abbiamo bisogno di gesti, non solo di corpi».

E poi ha proseguito: «Noi abbiamo bisogno di gesti, cioè di relazioni, di abbracci, di carezze, di sguardi e di parole. Abbiamo bisogno di gesti, di stare vicini anche senza dire niente, di guardare negli occhi anche quando gli occhi sono persi, di avvicinarci per dire le parole che non abbiamo mai detto, per piangere le lacrime che non abbiamo mai pianto, per offrire e chiedere il perdono di cui noi soli conosciamo il perché, per dire una preghiera tenendosi per mano. Abbiamo bisogno di gesti, di segni, che restano indecifrabili per gli altri, che dicono dell’amore antico, del convivere per anni, invecchiando insieme, dell’abitudine a interpretare quello che agita l’anima anche se il volto è di pietra. Abbiamo bisogno di gesti. Ma i gesti sono stati impediti, sono state innalzate barriere invalicabili a rendere impossibile la vicinanza, la minaccia spietata del contagio ha dissuaso dagli abbracci, dalle parole sussurrate all’orecchio, dalla carezza, dal segno di croce dell’estremo congedo. I gesti sono stati impediti e noi soffriamo lo strazio dei gesti mancati».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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