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Def e coronavirus: Pil 2020 a -8% e deficit + 10,4%. Si torna indietro di quindici anni

C’è poco da ridere ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA – Non c’e’ molta fretta di approvarlo. Non a caso la riunione del consiglio dei ministri con all’ordine del giorno l’approvazione del Documento di Economia e Finanza continua a slittare. Era prevista per ieri sera. Poi e’ slittata a oggi. Secondo le ultime notizie potrebbe anche andare a domani o sabato. Non c’e’ accordo sui numeri e stavolta non e’ un contrasto solamente politico. La difficolta’ principale e’ quella di mettere insieme le previsioni quando ancora non e’ del tutto chiaro quanto saranno gravi i danni del coronavirus. Il primo cerotto e’ pronto.Si tratta dei 55 miliardi di scostamento del deficit che sara’contenuto nella relazione di accompagnamento al Def. Si aggiungono altre misure che incidono solo sul saldo da finanziarie ma non sul deficit come la costituzione di un fondo equity da 30-40 miliardi presso la Cdp per il salvataggio di aziende in crisi, le garanzie sui crediti della Sace e quelle per il saldo dei debiti della pa. Complessivamente si tratterebbe di ulteriori circa 70 miliardi di euro.

Il Pil sara’ fissato quest’anno a -8 per cento. Vuol dire che, alla fine potrebbero mancare circa 150 miliardi di Pil riportandolo intorno ai 1.500 miliardi di euro. Significa riportare la ricchezza del Paese indietro di almeno quindici anni. Per l’anno prossimo e’ previsto in crescita del 4,7% che, vista la situazione appare soprattutto un augurio. Nel frattempo il deficit dovrebbe schizzare a +10,4 per cento anche per via dello stop alle clausola di salvaguardia che avrebbero fatto scattare l’Iva e le accise. E’ una pratica che il bilancio dello Stato si porta dietro dal 2011. Il rapporto debito/Pil sale fino al 155 percento. I numeri, comunque non sono definitivi. Le esigenze sono molteplici. Ai 55 miliardi di risorse fresche, a cui si aggiungono 30 miliardi per le garanzie statali sui prestiti alle imprese e 50 miliardi per il Fondo Cdp che servira’ a proteggere e risollevare le aziende strategiche. I soldi saranno utilizzati per una molteplicita’ di interventi, a iniziare dal rifinanziamento della cassa integrazione per i lavoratori dipendenti: sara’ prorogata per altre nove settimane. Il bonus per gli autonomi sara’ portato da 600 a 800 euro:l’importo sara’ garantito ad aprile e a maggio. Per colf e badanti, escluse dal Cura Italia, ci sara’ un’indennita’: 200 euro se lavorano part-time, 400 euro se hanno un contratto full time.Il reddito di emergenza avra’ un importo tra 500 e 800 euro tenendo conto del quoziente familiare: piu’ numerosa e’ la famiglia, piu’ alto e’ il bonus.

Dopo il braccio di ferro tra i 5 stelle e Gualtieri, i ristori per le imprese danneggiate dal virus saranno pari a 8 miliardi. Da dare subito: saranno soldi a fondo perduto. Altri due miliardi,sempre alle imprese, sotto forma di sconti sugli affitti e sospensione delle bollette. Ai Comuni e alle Province andranno 6,1 miliardi. Quattro miliardi alla Protezione civile e alla sanita’.La prima avra’ un miliardo e mezzo, mentre alla sanita’ andranno 2,3 miliardi per aumentare i posti di terapia intensiva e altri 275 milioni per cancellare l’Iva sui dispositivi medico-sanitari.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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