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Conte: quest’estate trascorriamo le ferie in Italia. Dalla Ue attendiamo il recovery fund

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte

ROMA – In un’intervista al Corriere della sera il premier Conte si sbilancia sulle prospettive dell’estate degli italiani in tempi di coronavirus, e invita a fare le ferie domestiche, nel nostro paese. ma dipenderà dai Dpcm che il premier sforna in quantità industriale seguendo le teorie dei suoi 450 esperti.

«Quest’estate non staremo al balcone e la bellezza dell’Italia non rimarrà in quarantena. Potremo andare al mare, in montagna, godere delle nostre città. E sarebbe bello che gli italiani trascorressero le ferie in Italia, anche se lo faremo in modo diverso, con regole e cautele. Attendiamo l’evoluzione del quadro epidemiologico per fornire indicazioni precise su date e programmazione. saranno mesi molto difficili. Avremo una brusca caduta del Pil e le conseguenze economiche saranno molto dolorose», rimarca Conte.

In merito alle risorse europee, «sulla nuova linea di credito del Mes sono arrivate parole chiare da parte dell’Eurogruppo. Ora attendiamo i regolamenti attuativi, poi valuteremo in Parlamento. Tuttavia le risorse del Mes, della Bei, del Sure da sole sono insufficienti. Stiamo in costante dialogo con la Commissione europea perché venga introdotto un Recovery fund di notevoli dimensioni, con risorse anticipate attraverso un prestito ponte». Sulle risorse alle imprese e le banche, «con la garanzia di Stato ci attendiamo una brusca accelerazione. Le banche devono fare la loro parte».

«Stiamo raccogliendo i dati dell’ultimo monitoraggio e con gli esperti stiamo definendo regole chiare sulla sicurezza per lavoratori e clienti. Se sul piano epidemiologico la situazione rimarrà sotto controllo, potremo concordare con le Regioni alcune anticipazioni. L’importante è procedere sulla base di monitoraggi puntuali, perché per le imprudenze pagheremmo costi enormi». Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, risponde così, in nell’intervista al Corriere della Sera, quando gli viene chiesto se conferma che dal 18 maggio e non più l’1 giugno riapriranno bar, ristoranti, parrucchieri.

In sostanza il premier riconosce che quanto approvato dalla Ue finora non è assolutamente sufficiente, che il Mes è uno strumento difficile da utilizzare, che non ci sono ancora idee chiare per il futuro, che i soldi alle imprese non arrivano, anche se in quest’ultimo caso dà la colpa alle banche. Insomma la confessione di un completo fallimento.

Conte, coronavirus, estate


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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