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Nonostante la campagna di terrorismo sanitario del governo, gli italiani temono più la crisi economica che il coronavirus

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ANSA/ANGELO CARCONI

Una recente indagine ha confermato quello che era emerso prepotentemente nelle trasmissioni tv che hanno raccolto il pensiero degli italiani e non il verbo propalato a piene mani dai consulenti che circondano Conte e dai mass media che amplificano il verbo del governo giallorosso e dei suoi accoliti.

Nella fase 2 gli italiani si sentono più vulnerabili ed esposti al contagio dell’epidemia economica di quanto non temano il contagio da Covid-19. Il 58% degli italiani si sente ‘abbastanza o molto a rischio’ per la situazione economica della propria famiglia, mentre solo un italiano su 3 si sente ‘abbastanza o molto a rischio’ di contrarre il coronavirus.

È quanto emerge dai risultati di una di ricerca lanciata, nell’ambito del progetto Craft dell’Università Cattolica, campus di Cremona, dal team di ricercatori dell’Engageminds Hub dell’ateneo del Sacro Cuore coordinato dalla professoressa Guendalina Graffigna (Lorenzo Palamenghi, Greta Castellini, Mariarosaria Savarese e Serena Barello) relativa alle ricadute dell’emergenza sanitaria sulle percezioni e sulle preoccupazioni dei consumatori italiani.

Alla domanda ‘Quanto si direbbe preoccupato per le ricadute economiche dell’emergenza Covid-19?’, in media gli italiani hanno risposto 8,5 su una scala che va da 1 a 10. La preoccupazione è legata alla situazione finanziaria dei cittadini e alle prospettive per il futuro: il 43% degli intervistati riporta che la propria situazione economica è peggiorata nell’ultimo anno (+22% rispetto alla fase 1) e il 37% pensa che le proprie finanze peggioreranno nel corso del prossimo anno (+17%). Il sentiment è in trend negativo anche per quanto riguarda la situazione economica nazionale: l’80% ritiene che la situazione economica italiana sia peggiorata nell’ultimo anno (+29%) e il 57% pensa che continuerà a peggiorare nei prossimi 12 mesi(+16%).

La situazione finanziaria sempre più critica per le famiglie italiane,sottolineano i ricercatori, presenta un doppio carattere di urgenza: innanzitutto gli italiani chiedono supporti e aiuti per ripartire, e questo è l’elemento oggettivo. Dall’altra parte sul piano psicologico e sanitario, però, la focalizzazione dell’attenzione e della preoccupazione delle famiglie, per l’oggettiva criticità della situazione economica, rischia di far calare l’attenzione dall’adesione alle misure per contrastare l’epidemia.

Ques’analisi è la conferma che Conte, i suoi accoliti e i suoi esperti, sostenuti dalla grande stampa, sono mille miglia lontani dalla realtà sociale ed economica del Paese, e i risultati si cominciano a vedere. Tanto che alcuni ministri più responsabili temono lo scoppio di una vera e propria rivolta sociale dovuta alla mancanza di denari per molte famiglie, in attesa del sostegno di Conte, che tarda ad arrivare, e di quello fantomatico dell’Europa, che si materializzerà solo nel 2021, quando molte attività saranno fallite per mancanza di fondi per la ripartenza. Questo il bel disastro che si prefigura, un quadro sconfortante e drammatico che dovrebbe far riflettere seriamente Giuseppi e i suoi scudieri, che sembrano vivere su Marte.

 

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