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Infermieri: protestano in varie città, chiedono rispetto e aumenti economici

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GENOVA – Hanno voltato le spalle al palazzo della Regione Liguria tenendo in mano cartelli e striscioni che chiedono rispetto. Gli infermieri genovesi sono scesi in piazza anche oggi, dopo il presidio di venerdì sotto la Prefettura, per chiedere un riconoscimento per la categoria «sia dal punto di vista organizzativo – spiega Enrico Boccone, responsabile regionale del sindacato Nursing Up – coinvolgendo gli infermieri in tutti i processi che riguardano l’organizzazione della sanità, sia dal punto di vista economico. Per questo chiediamo un’area autonoma di contrattazione prevista per le figure laureate iscritte a un ordine professionale, come siamo noi e che consenta aumenti salariali strutturali».

GENOVA – Avete voltato le spalle agli infermieri si legge in uno degli striscioni retti al contrario dai manifestanti: «Non diamo le spalle solo alla Regione ma alle istituzioni in generale perché al di là dell’etichetta di ‘eroi’ che ci hanno dato e che a noi non piace, siamo dei professionisti e chiediamo di essere trattati come tali».

TORINO – Anche a Torino si è tenuto un flash mob degli infermieri davanti alla Prefettura, in piazza Castello: sono stati letti i nomi dei lavoratori morti per coronavirus, accompagnati ciascuno da uno squillo di tromba. ‘Mai più come prima’ lo slogan finito con un lungo applauso. “Ci chiamavano eroi e angeli. Noi siamo accanto ai malati, ai cittadini e alle loro famiglie tutti i giorni”, dicono gli infermieri che indossano la maglia bianca di Superman. “Non chiamateci eroi ma non picchiateci nei pronto soccorso”. Per la città hanno sfilato dei camion pubblicitari con lo slogan “Onore agli infermieri caduti e grazie per il lavoro di ieri, oggi e domani”.

MILANO – Retribuzioni sotto la media europea Il 9 giugno scenderanno in piazza gli infermieri di Milano. “Sono ancora senza risposte le nostre richieste. Nonostante gli annunci seguiti al disastro del Covid, il rischio è che tutto torni come prima: sanità dimezzata, professionalità non riconosciute”. Angelo Macchia, responsabile per la Lombardia del Sindacato degli infermieri italiani Nursing Up, lancia un appello alla mobilitazione di tutti gli infermieri e del personale sanitario della regione. “Chiediamo che si vada oltre la politica dei bonus e si rinnovi il contratto, scaduto nel dicembre 2018, valorizzando finalmente le peculiarità e la professionalità della categoria – spiega -. Solo per dare qualche cifra: il livello delle retribuzioni in Italia è di oltre il 40% inferiore agli standard medi europei. In Francia e Germania, per esempio, lo stipendio base e’ di 1.800 euro, in Gran Bretagna e Belgio 2.000 euro. Da noi si ferma a 1.400 euro. Fatichiamo inoltre a far riconoscere le specializzazioni di chi lavora in situazioni altamente professionali, come nei reparti area critica, perché sono oggetto di trattative decentrate e invece devono rientrare nel contratto nazionale, per potere essere finanziate, senza che poi le aziende sanitarie regionali si trincerino dietro la solita scusa della mancanza di risorse. Stesso discorso per le indennità, come il lavoro di notte, durante le festività o la reperibilità, ferme tutte a un tabellario vecchio di oltre 30 anni”. –


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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