Recovery fund: si allungano i tempi, crescono gli ostacoli, si ridimensionano le cifre. Italia nei guai

Next Generation EU e’ il pacchetto proposto dalla Commissione europea per permettere all’Unione Europea non solo di riprendersi dalla terribile crisi dovuta al coronavirus, ma anche di rilanciare la propria economia, cavalcando l’onda del digitale e del verde. Si tratta di un piano da750 miliardi di euro, di cui 500 a fondo perduto e 250 di prestiti.
Di questi soldi, entrando piu’ nel dettaglio, l’Italia otterrebbe la fetta piu’ grande, con 172,7 miliardi di euro, di cui 81,807 sotto forma di aiuti e 90,938 come prestiti. La proposta presentata dalla Commissione a fine maggio e’ stata apprezzata dal Parlamento, che aveva chiesto un grosso sforzo all’istituzione europea, ma anche soprattutto dai Paesi piu’colpiti dal Covid-19, Italia in primis.
Next Generation EU, pero’,prima di diventare realta’, dovra’ passare vari step e, molto difficilmente, verra’ approvato nei modi e nella struttura in cui e’ stato presentato dalla von der Leyen, dal momento che non ha trovato il favore di tutti gli Stati membri. Von der Leyen ha afermato che i leader voglianoraggiungere un accordo prima di agosto, dal momento che sono consapevoli che il successo del Recovery plan dipende anche dalla sua rapida adozione». Ma molti sono gli Stati che frenano.
I prossimi due mesi saranno cruciali per il futuro dell’Europa. Il prossimo EUCO, previsto per luglio, potrebbe essere decisivo,se non addirittura risolutivo. Anche le parole di Emmanuel Macron,presidente francese, si iscrivono in questa direzione. Il capodell’Eliseo, nel corso della riunione, ha lanciato due messaggi chiave ai suoi pari ruolo: la necessita’ di raggiungere un accordo entro luglio per inviare un coerente messaggio politico e il giusto segnale ai mercati e l’imperativo di avere sovvenzioni nel fondo di recupero, a difesa dei dei 500 miliardi di euro previsti dall’iniziativa franco-tedesca.
Lo scoglio piu’ grande, pero’, continua ad essere rappresentato dai cosiddetti Paesi frugali: Olanda, Austria, Svezia e Danimarca, i quali non hanno apprezzato particolarmente la proposta della Commissione, visto che, tra le tante cose, non vogliono prestiti a fondo perduto. Il loro veto, emerso anche nel corso di quest’ultimo Consiglio europeo, rallentera’ inevitabilmente i lavori finche’ qualcuno, tra gli Stati del nord e gli Stati del sud, sara’ costretto a fare un passo indietro, o marai un mezzo passo indietro da ciascun lato. Il che vuol dire che gli obiettivi perseguiti da Conte attraverso i fondi europei sono destinati a ridursi di molto, con tempi molto lunghi.
Mark Rutte, primo ministro olandese, pur facendo un plauso allo spirito che sta ispirando il governo italiano, si e’ detto incerto su un possibile accordo al prossimo vertice a luglio o, comunque, entro l’estate. Questo, perche’, i Paesi frugali sembrano fermi sulla loro posizione, come certifica il tweet di Kurz, primo ministro austriaco: «Il Recovery Fund non deve aprire la strada a un’unione del debito. Deve esserci quindi un limite di tempo e si deve discutere di chi paga quanto, di chi beneficia di piu’ e di quali condizioni vincolano gli aiuti. L’Austria e’ ben coordinata con Danimarca, Olanda e Svezia e il nostro obiettivo e’ mostrare solidarieta’ ai Paesi piu’ colpiti dal coronavirus». «Pensiamo che il Recovery Plan debba essere basato sui prestiti enon su sovvenzioni e le posizioni del Consiglio europeo sono abbastanza lontane. Resta molto da negoziare, proveremo a chiudere entro l’estate, ma non posso fare previsioni se sara’ possibile»,le parole di Stefan Lofven, primo ministro svedese.
Come si vede l’ottimismo di Conte, Gualtieri e del Pd è destinato a rientrare, l’Italia dovrà fare affidamento sulle risorse che potrà trovare in casa, attraverso i titoli di Stato offerti ai risparmiatori italiani, visto che la prospettiva di ricevere quattrini dall’Europa in tempi brevi si circoscrive all’utilizzazione del Mes, 36 miliardi sottoposti alle pesanti condizionalità del regolamento dello strumanto finanziario, che non possono essere superate, nonostante le dichiarazioni in contrario di chi ha interesse a non far apparire la cruda realtà (compresi alcuni politici nostrani), e di questo passo ci avvieremo verso l’intervento della troika. Ciò vuol dire che il governo giallorosso avrà sacrificato gli interessi dell’Italia e degli italiani, facendoci praticamente governare da organismi esterni mai eletti dalla popolazione, pur di conservare le poltrone e il potere in patria, come sempre quando sono al potere le sinistre.
