Confesercenti: per il rilancio far ripartire le infrastrutture
ROMA – «Un taglio dell’IVA avrebbe certamente ricadute positive su tutta l’economia. Ma da solo non basta: per rilanciare definitivamente lo sviluppo dell’Italia, e’ determinante far ripartire gli investimenti sulle infrastrutture. Accelerando, in particolare, sulle opere incompiute: secondo il report annuale dell’osservatorio sulle infrastrutture strategiche della Camera, solo 1 opera su 10 e’ stata ultimata. E questo nonostante siano state gia’ stanziate – e quindi disponibili – risorse per 220 miliardi di euro».
Cosi’ Patrizia De Luise, Presidente nazionale di Confesercenti. «Un fatto grave in un Paese che e’ ancora troppo disconnesso, esternamente ed internamente. Mancano porti, aeroporti, strade e anche infrastrutture ‘immateriali’, come le connessioni dati. Intere aree e regioni soffrono collegamenti ormai inefficienti, quando non addirittura obsoleti o assenti del tutto. Non si tratta di un problema solo del Mezzogiorno e delle Isole. Anche la Liguria, il cui porto di Genova svolge un ruolo chiave per l’economia di tutta l’Italia, soffre la carenza di collegamenti e l’obsolescenza delle strutture. Al danno si aggiunge anche la beffa: mentre i lavori del Ponte Morandi sono proseguiti, giustamente, anche durante il lockdown, gli interventi sull’autostrada continuano ancora oggi ad andare a rilento,congestionando ancora di piu’ – e proprio durante l’avvio della stagione estiva – un sistema infrastrutturale poco adeguato. Bisogna riaprire subito le gallerie ancora chiuse e permettere ai flussi turistici, gia’ contenuti a causa dell’emergenza, di raggiungere le mete liguri».
«In generale, le mancanze italiane sulle infrastrutture costituiscono un freno alla mobilita’ di turisti, cittadini emerci, che riduce la capacita’ della nostra economia di crescere e la qualita’ della vita dei residenti. La fase 3 ed i piani di rilancio resi possibili dal Next Generation EU devono tenere conto di questo gap. Rilanciare le infrastrutture e realizzare velocemente e nei momenti opportuni le opere gia’avviate deve essere una preoccupazione prioritaria. Investire in infrastrutture pubbliche stimola l’occupazione, l’aumento dei redditi e l’incremento dei consumi, aumentando la competitivita’del sistema produttivo e l’arrivo dei flussi turistici: motori di sviluppo a cui non possiamo rinunciare, in particolare in questa fase».
