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Genova G8: dopo 19 anni dalla morte di Carlo Giuliani ancora polemiche

 EPA PHOTO/LOUISA GOULIAMAKI

Domani ricorrono 19 anni dalla morte di Carlo Giuliani nel corso del G8 di genova del 2001, ma ancora non si placano le polemiche.

«Guardare avanti, sapendo che avanti nonci si può andare da soli, ma riuscendo a trainare, a riprendere una capacità di guida e non nel senso del ‘sono più forte io’, ma nel senso del diffondere idee di giustizia e capacità di comprendere le cose, affrontare i problemi e risolverli. Questo è il messaggio di quel movimento che andrebbe ripreso, secondo me». Lo dice all’Adnkronos Giuliano Giuliani, il padre di Carlo, manifestante ucciso durante gli scontri di piazza del G8, rispondendo alla domanda su quale sia il messaggio che, a 19 anni di distanza, rimane del movimento globale che scese in piazza a Genova nel 2001. Nei giorni in cui ricorre l’anniversario del 20 luglio 2001, come ogni anno anche questa volta a Genova si ricorderà Carlo.

«Quest’anno – spiega Giuliani – ovviamente con il Covid faremo qualcosa di molto più semplice in piazza, non ci sarà palco, ci saranno un po’ di cari amici, faranno una canzone, sarà qualcosa di molto ridotto dalle 15 alle 18 del pomeriggio, perché ovviamente con il distanziamento, le mascherine e tutto il resto, dobbiamo attenerci e giustamente alle nuove regole. Rimane il fatto di ricordare Carlo e di ricordare una delle grandi ingiustizie commesse in questo nostro povero Paese».

Diverso, ovviamente, il giudizio di alcuni sindacati di Polizia: «Si continuano a cercare le responsabilità di un singolo episodio e non si guarda alle devastazioni che sono state commesse. Ci sono più condannati tra gli appartenenti alle forze dell’ordine che tra i devastatori, sembra che sia stata la polizia a fare le manifestazioni a Genova». E’ il commento all’Adnkronos di Franco Maccari, vice presidente nazionale del sindacato di Polizia Fsp, a 19 dai fatti del G8 di Genova.  «Cosa dobbiamo dire dopo 20 anni? – si chiede Maccari – il padre di Giuliani continua a sparlare, a non dire la verità sul rapporto con suo figlio. A Genova non c’è stata nessuna strategia, qualche errore pagato. La vera vittima è il povero Placanica che è stato massacrato, che ha pagato in tutti questi anni con la sua resistenza fisica e mentale e oggi è una persona abbandonata dalle istituzioni – sottolinea ancora Maccari – Siamo preoccupati per lui. D’altronde oggi su chi possiamo contare – si chiede ancora il vicepresidente del sindacato Fsp – se il livello di discussione è dire che i ristoratori devono trovarsi un altro lavoro. Su chi possiamo fare conto? Sulla magistratura, sul governo, sui giornali? Oggi è l’anniversario dell’omicidio di Borsellino e noi continuiamo a parlare del G8 invece che del fatto che stiamo ancora facendo un processo quater. Non credo che questo sia un sistema normale».

 


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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