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Pmi: coronavirus causa riduzione dei ricavi dal 12 al 18%, lo rileva Confindustria

Confindustria Centro Studi

ROMA – Le Pmi italiane dovranno fare i conti con una riduzione dei ricavi tra il 12% e il 18% a causa del Coronavirus, con punte di una perdita del 60% per le aziende del comparto turistico. E’ quanto emerge dal rapporto di Confindustria e Cerved. Gia’ prima del Covid, le Pmi italiane avevano gia’ esaurito la loro spinta, con un rallentamento dei ricavi, del valore aggiunto e della redditivita’ e un aumento diffuso di imprese chiuse o fallite. Numeri che pero’ si sono impennati a causa del Covid, visto che ad esempio la redditivita’delle Pmi potrebbe crollare del 40%, per poi riprendersi parzialmente nel 2021, perdendo comunque il 10% rispetto ai livelli pre crisi.

L’impatto del Covid, secondo il rapporto, e’ piu’ contenuto nel Mezzogiorno rispetto al Nord, a causa del fatto che nel Sud si concentrano dei settori anticiclici o che non hanno dovuto chiudere. A soffrire meno, addirittura in molti casi avvantaggiandosi dalla crisi, il commercio online e il settore farmaceutico. Il rapporto fa emergere che sono gia’ 55 mila le Pmi italiane in crisi di liquidita’, numero che potrebbe addirittura aumentare (fino a 63 mila) nel caso di una ricaduta in autunno.

Se questa ipotesi si dovesse verificare, a rischio ci sarebbe circa un terzo delle Pmi italiane con piu’ di dieci addetti, per un totale di 1,5 milioni di lavoratori. Sara’ necessario intervenire ancora con misure emergenziali, sia da parte del governo che a livello europeo, per sostenere la liquidita’ e soprattutto gli investimenti.

«Il Recovery Fund e’ positivo, ma la sfida da giocare ce l’abbiamo in casa ed e’ la sfida delle riforme, quella di utilizzare questi miliardi che arriveranno come volano di sviluppo. Per fare tutto cio’ servono grandi riforme e soprattutto una grande Pubblica Amministrazione, un grande patto sociale tra imprese e Pa. Usciamo dalla logica che l’imprenditore vada controllato, occorre dargli fiducia, sveltendo pratiche e percorsi. Poi naturalmente sono importanti controlli puntuali e punizioni dure per i furbetti. Cerchiamo uno Stato amico con cui fare un percorso nell’interesse del Paese», ha detto il vice presidente di Confindustria Carlo Robiglio, nel corso della presentazione del rapporto.

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