Conte spinge per lo stato d’emergenza, ma ha approvato solo 89 decreti attuativi dei suoi dpcm

Mentre Conte insiste per mantenere lo stato d’emergenza e qualcuno sospetta che il Governo distribuisca migranti infetti in giro per l’Italia, soprattutto nelle regioni amministrate dal centrodestra, per giustificare la proroga dei pieni poteri, un’indagine puntuale di Italia Oggi (articolo a firma Giulia Provino) dimostra che finora sono solo 89 i provvedimenti attuativi adottati sui 501 previsti dalle disposizioni varate durante il governo Conte II (124 solo dalla Legge di bilancio 2020).
Dagli ultimi dati rilevati nel report pubblicato dall’Ufficio del programma di governo a Palazzo Chigi (del 6/7/2020), con gli ultimi aggiornamenti relativi alle normative Covid-19 del 30/7/2020, sono scaduti ben 122 decreti attuativi, circa il 29%. Di questi, 52 sono relativi alla legge di Bilancio (legge 16W2019), 15 al decreto Milleproroghe (legge 8/2020 che ha convertito il dl 162/2019), 10 al dl fiscale (dl 124/2019 cony. dalla legge 157/2019) e 17 riguardano il dl Rilancio (dl 34/2020 cony. dalla legge 77/2020). Si attendono ancora 412 provvedimenti attuativi, di cui 70 hanno una scadenza prevista dal legislatore.
A inizio luglio erano 413 i provvedimenti previsti e solo 73 erano stati adottati. Tuttavia con la conversione del dl Rilancio, a fine luglio si è arrivati a un totale di 501 decreti attuativi necessari. Al momento, il cosiddetto governo Conte II ha adottato circa il 17% dei decreti attuativi previsti, pari a uno su quattro. Dal 5 settembre 2019 al 6 luglio scorso, il governo e i suoi ministri hanno adottato il 47% dei decreti attuativi ereditati dall’esecutivo precedente, 165 su un totale di 351 decreti attuativi richiesti da leggi approvate durante il Conte I.
Tra i provvedimenti ereditati dal governo Conte I, il cosiddetto «Sbloccacantieri», cinque sul reddito di cittadinanza e «Quota 100» e sette sulla legge di bilancio 2019. Sul governo pesano anche i decreti attuativi ereditati dai governi Letta, Renzi e Gentiloni, che oggi sono 341, pur con un -49,6% (a inizio insediamento erano 413): 11 relativi al governo di Letta, 119 del governo Renzi e 211 di Gentiloni.
Tuttavia, riguardo al governo in carica, 17 provvedimenti legislativi su 31 non hanno ancora visto l’adozione di un provvedimento attuativo tra quelli previsti all’interno dell’articolato. Sono, poi, già scaduti in materia fiscale 10 provvedimenti attuativi su 37 (dl 124/2019); 3 del decreto Sisma (dl 123/2019) su 4 previsti; 8 del decreto Clima (dl 111/2019) con un solo provvedimento adottato; 3 del decreto Sicurezza cibernetica (dl 105/2019) su 8 previsti, senza ancora averne adottato uno; 1 del decreto Riorganizzazione dei ministeri; 15 del decreto Milleproroghe (d1 162/2019) su 30 previsti, e 52 della legge di Bilancio (1.160/2019).
Senza contare poi i provvedimenti previsti dalle misure messe in campo a causa del Covid-19. All’interno dei lavori dei vari ministeri, circa un quarto provvedimenti attuativi deve essere adottato dal ministero dell’economia e delle finanze, seguito dal ministero dell’interno, dal ministero dello sviluppo economico, e dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In merito al decreto Alitalia e alla legge sul sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno, sono già stati adottati i decreti attesi.
Piuttosto che insistere nella confezione e approvazione di decreti senza contraddittorio e controllo parlamentare il governo farebbe meglio a sbrigarsi ad emanare e approvare quelli attuativi mancanti, ma nessuno richioama Conte all’ordine, chi lo potrebbe fare è impegnato in messaggi, inaugurazioni e auguri a chi compie 100 anni, talvolta con conseguenze spiacevoli.
