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Denunce Conte e 6 ministri: Gasparri, procura annuncia archiviazione ancor prima d’indagare

ROMA – Dopo che i legami esistenti fra la magistratura e i partiti di sinistra sono apparsi evidenti con l’inchiesta su Palamara, adesso emerge lo strano comportamento della procura capitolina, già definita non a caso  il porto delle nebbie,  denunciato dal senatore Gasparri.

«Sono diversi giorni che sostengo che Conte dovrebbe essere raggiunto da provvedimenti molto efficaci della magistratura. Infatti lui, nel ruolo che ha, potrebbe inquinare le prove o reiterare Il reato per quanto riguarda le vicende dell’emergenza virus. È chiaro che il governo ha responsabilità gravissime che le carte hanno confermato. Sono state chiuse parti d’Italia per le quali non ce ne era necessità e non sono state organizzate le zone rosse laddove il Comitato Tecnico-Scientifico aveva chiesto di agire con urgenza. Le colpe quindi di Conte e del governo sono sotto la luce del sole. La magistratura avrebbe dovuto agire da tempo. Non per annunciare archiviazioni di denunce, ma lo ripeto, per mettere l’avvocato Giuseppe Conte nella condizione di non inquinare le prove e di non reiterare il reato qualora si riproponesse, non ce lo auguriamo, l’emergenza. È chiaro cosa propongo e che cosa prevedono i codici in questi casi. Altro che indagini, ci vorrebbe ben di più. Invece si fanno annunci e si proclamano archiviazioni».

Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. «Io penso che si dovrebbe indagare. E peraltro conosco bene la legge n.1 del 1989 e al Senato siamo pronti a fare la nostra parte se la magistratura, Tribunale dei Ministri compreso, si dovesse rileggere le norme in vigore e dovesse rinunciare a un uso politico della giustizia, in questo caso a favore e non contro l’attuale governo. Conte e company hanno colpe gravissime alle quali non sfuggiranno, né in termini politici né in termini giudiziari. Prima o poi ci sarà qualche magistrato non compiacente che applicherà le decisioni necessarie che, lo ripeto, sono quelle che si usano quando una persona può reiterare un reato o può inquinare le prove», conclude.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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