Scuola, stop immediato alle lezioni per insediare i seggi, polemiche nella maggioranza
Le diverse anime del governo giallorosso sembrano avere un atteggiamento diversificato sulla condotta da seguire a partire dal mese di settembre. Se il M5S e il premier Conte spingono sullìaccentuazione del rischio di una ripresa del virus per continuare ad esercitare pieni poteri e per rimandare le elezioni, il Pd sembra più prudente e teme soprattutto ripercussioni negative sulla ripresa dell’anno scolastico. Si osserva giustamennte che l’inizio dell’anno fissato al 14 settembre causerà non pochi disagi a alunni, professori, personale della scuola e famiglie. I seggi sono nelle scuole e molti istituti dovranno far sospendere le lezioni dopo due o tre giorni, sanificare i locali e allestire i seggi, sanificare di nuovo e rimettere a posto gli arredi scolastici. Un’eventualità evidentemente spttpvalutata dalla criticatissima Azzolina. Molti esponenti del Pd hanno sparato a zero su questa situazione, a cominciare dallo stesso Zingaretti.
«Sarebbe intollerabile dopo mesi di lockdown far perdere anche solo un’ulteriore ora di lezione, nell’incertezza o con una apertura a singhiozzo interrotta quasi subito da una nuova pausa del lavoro scolastico dovuta alle
elezioni regionali e referendarie del 20 settembre. È stato un errore non ascoltare il Pd quando ha proposto di collocare i seggi elettorali in luoghi specifici per non pesare ulteriormente sul ciclo delle lezioni», ha affermato il segretario Pd.
La scuola sembra il centro di tutte le dispute di fine estate per il Governo.
«Non possiamo sbagliare sulla scuola e ogni provvedimento, ogni sacrificio chiesto è fatto pensando alla riapertura delle scuole che segnerà la vera fine del lockdown. Non fatemi passare per il maestrino con la bacchetta, guai a criminalizzare i giovani motivando il provvedimento di chiusura delle discoteche e le misure anti-movida – Anzi è a loro che chiedo una mano: aiutateci a tenere sotto controllo il contagio. Tra meno di un mese dobbiamo riaprire scuole e università in sicurezza. E non possiamo sbagliare. Non c’è un finale già scritto in questa partita, dipende dai nostri comportamenti e tutti, a cominciare dai ragazzi, dobbiamo esserne consapevoli», afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza.
La questione scuola viene affrontata anche da Agostino Miozzo, dirigente della Protezione Civile e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, in un’intervista al Messaggero, smentendo che il Cts abbia detto che non servono più le distanze a scuola.
«Non è così. Il presupposto della distanza, della mascherina e dell’igiene resta. In casi del tutto eccezionali, limitatissimi, indicati dalle autorità scolastiche, in numeri ridotti e per un periodo brevissimo entro il quale
vengono trovate soluzioni, si potrà rendere obbligatoria la mascherina, ma anche l’areazione dei locali frequentati. Ma ripeto: solo per un numero limitato di studenti e per un periodo provvisorio. E la soluzione del distanziamento
deve arrivare velocemente. Abbiamo anche suggerito, dove non esistono alternative, di ricorrere alle tensostrutture, come si fa nei terremoti».
Secondo Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, «bisogna arrivare a ridosso della ripresa scolastica con il numero di casi più basso possibile. Meglio saremo messi il 14 settembre, più elevata sarà la probabilità di riprendere le lezioni senza rischi di dover poi chiudere classi o interi plessi. Questo perché le scuole
vanno riaperte a tutti i costi. Il Cts ritiene prioritario poter garantire il distanziamento all’interno degli istituti
impiegando le mascherine solo se necessario, in situazioni eccezionali e per brevi periodi. Lo sforzo, soprattutto da parte del Ministero dell’Istruzione, deve essere quello di identificare tutte le soluzioni percorribili in modo da non scaricare le responsabilità sui presidi».
Probabilmente tutti temono che si verifichi anche in Italia quello che è accaduto in Germania, dove molte scuole hanno dovuto chiudere una settimana dopo aver ripreso l’attività per l’aumento dei contagi. Ed è questo il rischio che appare chiaro a qualche esponente più responsabile del Governo (esclusa l’Azzolina), che ritiene giustamente che le polemiche conseguenti a tale evenienza potrebbero essere fatali. Ma i giallorossi sperano che Mattarella continui ad essere prudente fino al 2022.
