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Scuole, coronavirus: presidi chiedono revisione responsabilità penali per sicurezza ambienti lavoro

ROMA – Il rientro a settembre in queste condizioni e con queste direttive del governo preoccupa i presidi, sui quali vengono scaricate le responsabilità maggiori, anche penali. Ma è un’abitudine di questo governo giallorosso.

«Se ci sarà un caso positivo all’interno di una scuola bisognerà valutare la chiusura dell’istituto solo di concerto con l’autorità sanitaria, cioè la Asl, e dopo avere valutato le circostanze. Non ci possono essere regole generali nè ci si può affidare esclusivamente a parametri numerici» . Lo afferma all’ANSA il presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) Antonello Giannelli.

«Abbiamo chiesto prima della riapertura delle scuole di rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro. Il covid è equiparato a un incidente sul lavoro. Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario allora non gli si deve imputare nulla. Non parliamo di scudo penale – aggiunge – perchè quello fa riferimento a soggetti che hanno commesso reati, e i presidi non sono delinquenti o malfattori».

Predisporre un locale interno ad ogni istituto scolastico per l’accoglienza degli eventuali casi sintomatici di coronavirus o sospetti. E’ una delle misure previste dalle linee guida dell’Anp per l’apertura dell’anno scolastico 2020-2021.

E naturalmente ha fiatato anche la ministra Azzolina, che ogni giorno ne tira fuori una delle sue: «Siamo al lavoro da mesi per il rientro a scuola di tutte le studentesse e di tutti gli studenti. È una priorità assoluta del Governo perché è una priorità di tutto il Paese. Dal primo settembre le scuole apriranno per chi è rimasto più indietro. Dal 14 riprenderanno ufficialmente le lezioni. Le scuole non vanno solo riaperte, dobbiamo fare in modo che poi non richiudano».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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