Fca: dalle 500 e Maserati alle mascherine. Convertita la produzione per il nuovo business

ROMA – Aveva destato non poco sconcerto l’annuncio che la casa automobilistica Fca avrebbe convertito parte della produzione dei propri impianti a Torino e Avellino per la fabbricazione di 27 milioni di mascherine chirurgiche giornaliere. Sarebbe stato il contributo che l’azienda si apprestava a dare per la lotta al nuovo coronavirus, e faceva parte del piano di rifornimento dei dispositivi di protezione individuale, previsto e promosso dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri.
Le linee produttive delle mascherine sono negli stabilimenti storici di Mirafiori (Torino) e di Pratola Serra (Avellino). Attualmente nel primo vengono prodotte le Maserati Levante, Ghibli e Quattroporte, nonché la Nuova Fiat 500 elettrica, mentre il secondo rappresenta il centro mondiale Fca di realizzazione di motori diesel.
Ma evidentemente, dopo aver incassato già 6,3 milioni di finanziamenti, Fca ha ritenuto più conveniente riciclare la produzionde per il nuovo business. Infatti, in vista della riapertura delle scuole, il commissario Arcuri ha garantito una fornitura di oltre 10 milioni di mascherine al giorno, ha confermato Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, durante un’intervista al Tg1. Quindi un business stratosferico, altro che la vendita di auto, un settore in crisi.
Piatto ricco mi ci ficco, ecco la nuova strategia. Invece delle 500 e delle Maserati gli italiani useranno le nuove mascherine Fca.
