La pandemia progredisce in Europa, alcuni Paesi verso un nuovo lockdown

La pandemia progredisce, anzi torna ad infestare alcuni Paesi d’Europa. Ma stavolta non si decide un nuovo lockdown generalizzato, che ammazzerebbe l’economia già debilitata, ma una più ragionevole azione a macchia di leopardo, comunque con chiusure parziali.
Il confinamento generalizzato a livello mondiale lo ha deciso solo Israele, mentre quasi ovunque si sceglie di stabilire, di volta in volta, nuove restrizioni, in particolare in Francia, Spagna e Regno Unito, che fra i maggiori Paesi del Vecchio continente sono i più colpiti da questa «seconda ondata».
Vediamo l’interessante reportage che ha pubblicato Leonardo Martinelli sulla Stampa.
Francia – leri sera sono stati annunciati 13.500 nuovi casi e 26 morti per le ultime 24 ore. Siamo ancora ai livelli (alti) del giorno precedente. La situazione resta sotto tensione a Parigi (dove sono stati appena proibiti i gruppi di più di dieci persone nei luoghi pubblici) ma si aggrava soprattutto nel Sud: nell’occhio del ciclone, Nizza e la Costa azzurra. Nella città (dove le nuove contaminazioni giornaliere sono 200 ogni 100mila abitanti contro gli 88,3 della media nazionale) da venerdì i bar e tutti i locali devono ormai chiudere dalle 22 alle sei di mattina. Proibita pure la vendita di alcolici dopo le 20 e niente aperitivi serali in spiaggia.
Spagna – Anche qui si decidono blocchi parziali. È la capitale a preoccupare di più: tra i suoi 6,6 milioni di abitanti si concentra un terzo dei nuovi casi e decessi di tutto il Paese. E così da domani gli 858mila che vivono nel sud della metropoli, socialmente più in difficoltà e dove la contaminazione è più rapida, non potranno uscire dai propri quartieri, salvo che per recarsi al lavoro, accompagnare i figli a scuola o per l’urgenza di una visita medica. Gli incontri di gruppo sono limitati a sei persone. Non è ancora un vero lockdown, ma alcuni esperti temono che «presto sarà necessario», perché il Paese non è stato in grado di tracciare con efficacia i contagi e di rispettare alcune regole. E le conseguenze si vedono già negli ospedali: a Madrid ci sono oltre 400 persone in terapia intensiva, i reparti sono al 64% della capienza ed è tornata una fila di tende d’emergenza fuori dall’ospedale da campo madrileno.
Gran Bretagna – Il premier Boris Johnson avverte: «Una seconda ondata del virus è in corso in Francia e in Spagna: è inevitabile, arriverà anche qui». Per questo un lockdown per tutta l’Inghilterra potrebbe rappresentare «l’ultima linea di difesa possibile». Intanto, da venerdì in un’area del Nord-Est dell’Inghilterra, abitata da due milioni di persone, si è imposto il coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina per i bar e tutti i locali, mentre si vietano le riunioni di più di sei persone.
Danimarca – Il governo danese ha esteso le restrizioni finora imposte a Copenhagen e nel resto del Paese: i ristoranti e i bar dovranno chiudere alle 22, obbligatorio l’uso di mascherine non solo per entrare nei locali, ma anche una volta seduti. In linea di principio, le misure resteranno in vigore fino al 4 ottobre.
La Repubblica Ceca ha imposto l’uso di mascherine in classe per gli studenti e gli alunni con più di undici anni. Con un numero record di 3.130 nuovi casi giovedì, il Paese è tornato a registrare cifre giornaliere paragonabili all’intero mese di marzo. Attualmente si tratta dello Stato nel quale il numero delle nuove infezioni sta aumentando maggiormente, con un incremento del 65% al giorno (in media 1.300 nuovi casi).
In Olanda il premier Mark Rutte, studia «misure regionali» dopo i quasi 2 mila casi di giovedì, molti dei quali nelle città più grandi. Anche la Grecia è pronta a una stretta su Atene.
Resta l’Italia, dove si naviga a vista, con decisioni unilaterali del premier Conte e del ministro Speranza, l’acquiescenza del sempre prudente Mattarella e la reazione di alcune regioni che non sono d’accordo su quanto previsto dal governo giallorosso. con il forte pericolo di estensione di contagi per l’arrivo incontrollato di migranti infetti sbarcati dalle navi Ong.
