Coronavirus, Giani: «Siena e Grosseto fuori dalla zona rossa. Lo chiederò al governo»

FIRENZE – Un pezzo di Toscana sarà stralciato dalla zona rossa? Eugenio Giani, presidente della Regione, ha detto che nei prossimi giorni chiederà di sbianchettare le province di Siena e Grosseto. Non ha precisato se per farle diventare gialle o arancioni. Giani, intervistato da Lady Radio, ha detto: «Penso di chiedere che Siena e Grosseto siano tolte dalla zona rossa – ha spiegato Giani rispondendo a una domanda dei conduttori-, naturalmente devo valutare una certa stabilità di dati positivi da 14 giorni a questa parte. Potrebbe trattarsi, appunto, delle province di Grosseto e Siena, comunque ritengo che questo non avvenga oggi ma che possa avvenire nei prossimi giorni».

Non è una scelta politica, visto che i capoluoghi, il comune di Siena e quello di Grosseto, sono amministrati dal Centrodestra, ma tutto ciò perchè Giani, fondamentalmente, ritiene che la Toscana intera sia penalizzata dalla scelta del governo di precipitarla in un regime di restrizioni assolute. Infatti ha affermato: «Ieri, 16 novembre, abbiamo per tamponi fatti il 15% di positività, ci sono regioni che sono arrivati addirittura al 22%. Parlo di tamponi nel complesso, perché vanno in realtà valutati tutti. La Toscana ne fa 20mila al giorno, è in assoluto una delle regioni che ne fa di più. Più tamponi fai, anche se la percentuale è buona come la nostra, e più contagiati trovi. Abbiamo stamattina, il dato che ho avuto poco fa, 2236 contagiati, ieri erano più di 2400, il 30 ottobre erano 2700. Quindi i dati si stanno stabilizzando, per questo ho detto che la Toscana poteva essere zona arancione ma zona rossa secondo me è stato un po’ eccessivo».
E ancora: «Sul tracciamento siamo cresciuti moltissimo – ha aggiunto -. Quando siamo stati classificati zona rossa, guardando ai dati dall’1 all’8 novembre, noi avevamo il 36% del tracciamento. Poi, in una delle prime ordinanze che ho fatto, ho disposto l’assunzione a tempo determinato di 500 persone e questi ragazzi stanno facendo un grande lavoro, tanto è vero che il tasso di tracciamento è sopra il 65%. Siamo sostanzialmente raddoppiati come capacità di tracciare il fenomeno. Era uno dei nostri punti di deboli ma adesso noi abbiamo un tasso ormai più del 60%».
