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Migranti: il Pd dà il via libera all’ingresso illimitato per motivi di lavoro

ROMA – Via il tetto agli ingressi di immigrati, nel corso della discussione per la conversione in legge del decreto immigrazione, che modifica i discussi dl sicurezza targati Matteo Salvini, in commissione Affari costituzionali, passa un emendamento che modifica la legge Turco Napolitano.

Riguarda l’emendamento sui flussi, un testo del Pd (primo firmatario Stefano Ceccanti), al quale avevano già dato parere favorevole sia il governo che i relatori del provvedimento Carmelo Miceli (Pd) e Vittoria Baldino (M5s).

In pratica, il meccanismo attualmente in vigore (introdotto dalla legge Turco-Napolitano del 1998) prevede che il governo approvi un Documento programmatico triennale sull’immigrazione regolare, al quale fanno seguito i decreti flussi annuali, da varare entro il 30 novembre di ogni anno. Decreti che debbono indicare le quote massime di stranieri ammessi regolarmente in Italia a cui concedere il permesso di soggiorno per lavoro.  In caso di assenza del documento programmatico annuale, il governo può comunque emanare in via transitoria un decreto flussi «entro il 30 novembre, nel limite delle quote stabilite» dall’ultimo provvedimento emanato.

L’emendamento del Pd abroga appunto quel passaggio della Turco – Napolitano, cancellando il limite del 30 novembre e quello delle quote massime. L’ira del Carroccio. La Lega parla di una «sanatoria criminale» e di uno stop «gravissimo» ad opera «del solito Pd». Per i deputati leghisti in commissione è «inaccettabile» aprire «le porte a tutti, di fronte a una crisi epidemiologica dilagante», col «rischio di far entrare più stranieri di quanti l’Italia possa assorbire e d’ingrossare così le fila della criminalità». Secondo Molteni, la norma «dice al mondo intero: venite, l’Italia è l’Eldorado. Un messaggio terrificante».

A replicare è il viceministro dell’Interno, il dem Matteo Mauri, per il quale la norma non riguarda l’attuale governo: «Non abbiamo bisogno di quell’emendamento. Siccome siamo prima del 30 novembre, se il presidente Conte volesse potrebbe fare domani il decreto, senza avere il vincolo delle quote dell’anno precedente – argomenta Mauri -. La norma serve a dare maggiore duttilità a qualsiasi esecutivo: togliere il vincolo temporale lo mette in condizione di decidere, poi se ne assume la responsabilità».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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