Riforme: bagarre al tavolo governo-maggioranza, M5S, Pd e IV divisi su quasi tutto
ROMA – Il tavolo sulle riforme è proseguito questa mattina partendo dai temi aperti, legati all’accordo di maggioranza seguito alla riduzione del numero dei parlamentari. Lo si apprende da fonti di maggioranza, a proposito della riunione tra capigruppo e il ministro D’Incà. Vi è stata un’ampia discussione relativa sia alle riforme già all’esame del Parlamento, sia rispetto all’opportunità di valutare ulteriori interventi. Il tavolo ha concordato la necessità di un ulteriore approfondimenti, spiegano le stesse fonti.
Ma altre fonti riferiscono invece che è stallo, nella riunione di oggi, spiegano alcuni partecipanti, non sono mancate le tensioni tra i partecipanti nel corso della discussione in generale sul cammino delle riforme, viene sottolineato. I partiti, infatti, sarebbero rimasti fermi sulle loro posizioni. Tra l’altro, M5s e Leu più cauti sulla necessità di mettere le mani con decisione sul sistema e Iv sempre determinata a chiedere il superamento del bicameralismo perfetto, sventolando l’impegno in questo senso preso al recente vertice dei leader. Nessun passo in avanti, poi, ci sarebbe stato anche sulla legge elettorale. Iv, in particolare, si sarebbe detta preoccupata per la situazione. Renzi aveva già convocato per domani mattina, da remoto, la ‘cabina di regia’ di Iv che a questo punto farà il punto anche sulle riforme.
PD – «Il nulla di fatto registrato nella riunione di maggioranza è grave. Si deve procedere secondo le intese concordate portando a conclusione i correttivi costituzionali già in agenda alle Camere e la legge elettorale. Tutto questo dentro un quadro di riflessione, sul cambiamento nei rapporti fra stato regione e sul bicameralismo, che appare necessaria. Che improvvisamente le lancette dell’orologio tornino di nuovo al punto di partenza non è accettabile. Al tavolo dei segretari con Presidente del Consiglio era stato deciso di andare avanti in maniera rapida e in modo coeso». Così i capigruppo democratici di Camera e Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci.
M5S- «Il Movimento rispetta sempre i patti e continua a farlo nel cammino per le riforme, altri invece fanno fughe in avanti e bloccano le riforme già concordate, come è successo per il voto ai 18enni per il Senato. Siamo sempre stati contrari a riforme che sconvolgano l’assetto della nostra Costituzione, come dimostra anche l’esito del referendum del 2016. Al contrario, siamo favorevoli a riforme ben circoscritte, come quella del taglio dei parlamentari che, al contrario, è stata confermata col 70 per cento dei voti degli italiani». Così fonti parlamentari del MoVimento 5 Stelle alla Camera.
Maggioranza allo sbando, ma troveranno l’accordo per conservare le poltrone, con la benevola disattenzione di Mattarella.