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D’Alema (toh, chi si rivede!) vuole riunire il centrosinistra

Massimo D’Alema

ROMA – Giuliano Amato, Massimo D’Alema, Goffredo Bettini, Dario Franceschini, Nicola Zingaretti, Matteo Renzi, Roberto Speranza e la giovane Elly Schlein, recordwoman di preferenze alle ultime regionali in Emilia. Trent’anni, o giù di lì, di centrosinistra riuniti in una schermata zoom. Spicca Renzi, in polo bianca a maniche corte. Due ex-premier, scissionisti, l’attuale segretario del Pd, uomini chiave del governo Conte, amici e ex (?) nemici.

A riunirli tutti, anche se virtualmente, stavolta è quello che è stato spesso considerato un leader divisivo, Massimo D’Alema, per un’iniziativa di Italianieuropei. Titolo: ‘Il cantiere della sinistra’. Ovvero che fare del campo del centrosinistra dopo la pandemia. E le diversità di vedute non mancano. Sintesi estrema. Renzi batte sul centro con lo ‘schema Biden’. D’Alema rimarca la necessità di un nuovo soggetto della sinistra, un campo democratico largo. Dice Speranza ora c’è uno spazio aperto per questo.

Franceschini insiste sull’alleanza strategica, anzi inesorabile con i 5 Stelle suggerita anche da un motivo pragmatico: il centrosinistra tutto assieme arriva al 30% e per governare non basta. «Al di là delle legge elettorale, l’unico tema che cambia è se fare l’alleanza prima o dopo le elezioni perché difficilmente potremo arrivare ad avere la maggioranza a Camera e Senato quando il nostro campo, con le sue divisioni, non arriva neanche al 30 per cento». Zingaretti guarda all’occasione, all’opportunità del Recovery «per costruire una fase nuova mentre la sirena populista si è rivelata inefficace. E questa deve essere la scintilla che può coinvolgere le persone nella consapevolezza che c’è un obiettivo: costruire un equilibrio diverso perchè quello di prima era inaccettabile e non era il nostro». Il segretario dem afferma «credo che tutti, nelle differenze, se trovassimo il modo di orientare questo dibattito, tra l’assillo di essere vicini alle persone e la missione di sciogliere nodi che fin qui non sono stati sciolti, si può aprire una stagione nuova nella quale all’orrore del populismo si sostituisce un’altra prospettiva».

L’ex-premier promuove il governo giallorosso. «Era giusto sperimentare la collaborazione tra la sinistra democratica e quella forza, i 5 stelle, che ha rappresentato una forma di populismo gentile cercando di accompagnarla nel governo. Era una scelta obbligata, il centrosinistra non poteva sottrarsi a questo compito perchè rafforza la democrazia. Io do un giudizio positivo, sono un sostenitore del governo però non basta, perchè è del tutto evidente che si avverte il bisogno di un’azione politica che guardi oltre, che proponga una visione del futuro del Paese. C’è bisogno che torni ad esserci una forza politica che, oltre l’emergenza, abbia una narrazione. Io direi che di fronte alle regressione nazionalista e sovranista la risposta possa essere quella di un campo democratico largo quello che si è formato in Europa attorno a Ursula Van Der Leyen che ha inteso rilanciare il progetto europeista di fronte alla regressione nazionalista. Ma quel campo democratico largo -rimarca D’Alema- è debole senza la sinistra».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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