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Venezia: Mose non entra in funzione, acqua alta mette in pericolo Basilica San Marco

ANSA/ANDREA MEROLA

VENEZIA –  Preoccupa la situazione marea. «La situazione è terribile, siamo sotto l’acqua in maniera drammatica», ha detto all’ANSA Carlo Alberto Tesserin, Procuratore della Basilica di San Marco,  in relazione all’acqua alta che ha invaso oggi la città, senza l’entrata in funzione del Mose. «La Basilica di San Marco non regge a queste continue acque alte che portano salsedine che si ‘mangia la Basilica. Il nartece è completamente allagato – spiega, raccontando i danni nell’edificio sacro – e se il livello sale ancora andranno sotto anche le cappelle interne. Bisogna modificare il limite per far alzare il Mose, ma anche a 1,15 non si risolve il problema per la Basilica: bisogna realizzare l’innalzamento di tutta piazza San Marco e deve essere approvato in tempi brevi il nostro progetto per la Barriera trasparente e temporanea di fronte alla basilica che abbiamo pronto da tempo, e prima che sia troppo tardi».

«Perché oggi il Mose non è stato azionato? Siamo in una fase sperimentale, nella quale si alza quando c’è una previsione di 130 centimetri: l’allerta viene data 48 ore prima, per permettere non solo di emettere le ordinanze per la navigazione ma anche per convocare le squadre operative», ha spiegato all’ANSA Cinzia Zincone, a capo del Provveditorato alle opere pubbliche del Nordest. «Infatti, nonostante a Venezia si parli di ‘strucare el boton’ (pigiare il bottone), in realtà l’operazione nasce con molto anticipo e va preparata sottolinea -. Fino a questa mattina le previsioni non arrivavano a 130, e quando sono cambiate si era fuori tempo massimo. Si prevede che possano esserci margini di errore, ma non così ravvicinato». Zincone afferma di augurarsi due cose: «la prima è che il vento, cioè l’elemento più imponderabile e fantasioso del mondo meteorologico, spinga le acque fuori della laguna e faccia quello che oggi noi non siamo stati in grado di fare -conclude -. La seconda è che si riesca a fare tesoro anche di questa esperienza per aggiornare le procedure in modo da adattarle anche a situazioni come questa, di improvviso peggioramento».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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