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Coronavirus: lockdown nazionale per Natale e Capodanno. Gli esperti al governo: «Tutta Italia sia zona rossa»

EPA/RONALD WITTEK

ROMA – Nessun allentamento del Dpcm del 3 dicembre. Nonostante la mozione presentata dal Pd al Senato per consentire gli spostamenti fra i comuni sotto i 10mila abitanti, gli esperti del Comitato tecnico scientifico chiedono misure addirittura più rigide durante le feste, con una sorta di lockdown per tutto il periodo di Natale. Vorrebbero tutta Italia zona rossa. Perchè si moltiplicano le previsioni di una terza ondata a gennaio che per Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, è una certezza, se rimangono le condizioni che ci hanno portato alla seconda ondata.

Misure da consolidare ed eventualmente estendere e rafforzare con una sorta di lockdown per tutto il periodo di Natale. E’ quanto avrebbero detto, secondo quanto si apprende, gli esperti del Cts nella riunione con il premierConte e con i capi delegazione. La necessità di una nuova stretta, è stato spiegato dai tecnici, è legata all’impossibilità da un lato di un controllo capillare del territorio e dall’altro a dati ancora preoccupanti, con un’incidenza dei nuovi casi ancora troppo alta (nell’ultimo monitoraggio era di 193 ogni 100 mila abitanti, quando dovrebbe essere a 50 ogni 100 mila per poter garantire il tracciamento). L’Italia, fanno notare gli esperti, ha anche un numero di morti giornaliero che supera quello della Germania – che ha però 20 milioni di abitanti in più -, e oltre metà del paese con le strutture sanitarie ancora sotto stress. Dunque, è la conclusione, bisogna estendere le misure, altrimenti a gennaio saremo nei guai.

«Stiamo valutando in queste ore se siamo in grado con queste misure e una zona gialla nazionale di contenere eventuali aumenti del contagio che toccheremo con mano a gennaio: non possiamo arrivarci con gli ospedali appesantiti, non possiamo permettercelo. Dobbiamo essere più rigorosi durante le festività». Così il ministro Francesco Boccia a La Vita in diretta su Rai 1. «Le regole stanno funzionando e andiamo avanti così nei giorni lavorativi che abbiamo di fronte, per le festività dobbiamo decidere se chiudere di più, secondo me sì – dice -. Se ci saranno restrizioni ulteriori dobbiamo sapere che saranno solo per un periodo».

«Se rimangono le condizioni che ci hanno portato alla seconda ondata ed in mancanza di un piano nazionale, la terza ondata pandemica è una certezza e non una probabilità». Lo afferma Andrea Crisanti. Che aggiunge: «Tra la prima e la seconda ondata dell’epidemia da Covid-19 – spiega l’esperto – non sono state rafforzate le misure mirate a mantenere bassi i contagi sul territorio, e in assenza di un vero piano nazionale la terza ondata è inevitabile. Eravamo arrivati a registrare meno di 200 casi al giorno e poi il numero dei casi è risalito e questo è accaduto – sottolinea – perchè non è stato predisposto alcun piano di sorveglianza. Dunque, se non si agisce aumentando la capacità di effettuare test molecolari, creando un sistema informatico per il monitoraggio e assicurando una logistica per portare i test laddove sono necessari, eliminando le differenze tra le Regioni, allora – avverte Crisanti – non se ne esce. Quanto all’ipotesi di un rafforzamento delle misure restrittive in vista delle festività natalizie, l’istituzione di zone rosse – conclude – sicuramente aiuta a frenare il contagio, come ha dimostrato ad esempio l’esperienza della Lombardia».

Resta confermata la parte del Dpcm del 3 dicembre scorso con la quale è stata disposta la chiusura nelle giornate festive e prefestive degli esercizi commerciali collocati all’interno di “parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi ed edicole”, a causa dell’emergenza Covid. Lo ha deciso il Tar del Lazio con due decreti monocratici firmati dal presidente della prima sezione.


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze Post Scrivi al Direttore

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