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Procuratore Giuseppe Creazzo

Mafie in Toscana: allarme pandemia, infiltrazioni nelle aziende in crisi. L’intervento di Creazzo

Procuratore Giuseppe Creazzo
il procuratore Giuseppe Creazzo

FIRENZE – Negozi di vari generi rilevati all’improvviso, magari nel cuore dei centri storici: in gergo le chiamano lavanderie e servono per riciclare denaro. Occhio dunque alle infiltrazioni criminali che potrebbero approfittare della breccia aperta dalla crisi di liquidità (e dalla perdita di lavoro) innescate dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria in corso. L’allarme è stato rilanciato anche stamani durante la presentazione, on line, del quarto rapporto annuale sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione che la Regione Toscana ha commissionato alla Scuola Normale di Pisa.

L’ha fatto il procuratore generale Giuseppe Creazzo, da sette anni alla guida della Procura di Firenze. L’ha fatto la neo prefetta del capoluogo toscano Alessandra Guidi. L’ha fatto l’assessore alla legalità della Toscana, Stefano Ciuoffo. L’hanno fatto in molti. «La criminalità organizzata, che dispone di liquidità immense,
cercherà di approfittare di questo momento – avverte il procuratore .- Ci sono già parecchi segnali ed anche qualche indagine qualificata di una strategia di acquisizione di beni e imprese di pregio, a prezzi bassi, in atto. E questo rischio non va sottovalutato, perché l’insediamento economico, che espunge alla fine l’attività imprenditoriale lecita, è davvero l’infiltrazione più pericolosa: quella di un abbraccio che agli imprenditori in difficoltà può all’inizio risultare anche conveniente ma che poi diventa mortale».

«La Toscana ha validi anticorpi – dice il prefetto Alessandra Guidi -: quelli di una sensibilità civica sviluppata, di una imprenditoria sana e di istituzioni da secoli attente ai bisogni del cittadino che dunque non è portato a cercare altrove le risposte alle proprie necessità. Ma tutto questo può rendere meno consapevoli del rischio, la cui percezione può risultare appannata, e la crisi innescata dalla pandemia crea un situazione di indiscutibile vulnerabilità. Crea disoccupazione. Crea mancanza di liquidità. E crea dunque opportunità di un welfare criminale di prossimità». Occorre essere vigili: le mafie inseguono il denaro. Da qui l’esigenza di mettere in atto strumenti di prevenzione adeguati: dalla promozione della cultura della legalità e la socializzazione della conoscenza del fenomeno all’attività di monitoraggio, fino alle interdittive antimafia (il blocco delle attività ndr), che sono cresciute ma che, secondo la prefetta, vanno rafforzate anche nella contrattualistica tra privati. «All’Aquila dopo il terremoto – dice – le infiltrazioni mafiose interessarono proprio la ricostruzione privata».


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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