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Coronavirus: controlli del Viminale, nel 2020 verifiche per più della metà del popolo italiano, quasi 40 milioni di persone

Nei giorni di fermo per virus COVID-19 la polizia di stato esegue controlli sugli spostamenti dei cittadini, ANSA/Marco Ottico

ROMA – Il Viminale ha tracciati il bilancio dei controlli effettuati dalle Forze dell’ordine nel 2020 per verificare l’obbedienza dei sudditi ai diktat di Conte-Speranza in tema di coronavirus. Ebbene il risultato è stupefacente, quasi 40 milioni di controlli, che se fossero stati diretti contro la criminalità comune e mafiosa avrebbero di certo avuto effetti più apprezzati in tema di sicurezza.

Il Viminale ha reso noto anche il bilancio delle operazioni per il controllo delle misure di contenimento anti-Covid svolte nell’intero 2020. Numeri imponenti: sono stati 39.275.051 i controlli effettuati dalle forze dell’ordine su tutto il territorio nazionale dall’ 11 marzo al 31 dicembre. Le persone controllate sono state 30.637.601 (praticamente un italiano su due) e di queste sono state 526.893 quelle sanzionate (1’1,72 per cento del totale) e 3.052 quelle denunciate per aver violato la quarantena.

Inoltre, sono state effettuate 8.637.450 verifiche su attività ed esercizi commerciali che hanno portato a provvedimenti sanzionatori nei confronti di 16.655 titolari di attività (lo 0,19 per cento del totale) e a 3.931 provvedimenti di chiusura.

Il mese in cui sono stati effettuati il maggior numero di controlli è stato aprile: in totale 10.567.200 (7.771.384 alle persone e 2.295.816 ad attività ed esercizi commerciali), e dove si è raggiunto anche il picco per numero di persone sanzionate (255.876, il 48,6 per cento del totale dei sanzionati nell’intero anno), titolari sanzionati (4.548, pari al 27,3 del totale) e chiusure di attività (1.144, il 29,1 del totale).

Naturalmente i controlli proseguono anche nel 202, visto che si susseguono i Dpcm e i DL di Conte. In totale dal 1° gennaio ne sono stati effettuati 422.834: 362.472 a persone e 60.362 ad attività ed esercizi commerciali.

Il Viminale ha anche lanciato l’allarme sul rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata sia nella distribuzione dei vaccini che nel Recovery Fund. I fondi a disposizione fanno gola non soltanto ai politici per le loro clientele, il che spiega la guerra in seno alla maggioranza di governo.

La preoccupazione è espressa nel quarto report dell’Organismo di monitoraggio istituito dal capo della Polizia e presieduto dal vicecapo Vittorio Rizzi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte delle mafie. Preoccupa l’aumento durante la pandemia di oltre l’8% delle operazioni sospette segnalate a Bankitalia , riferibili soprattutto ad attività di riciclaggio (+9%). Faro puntato anche sui vaccini che potrebbero interessare i gruppi criminali. Rischi di infiltrazione ci sono sia nei settori economici più colpiti dalla crisi, con la mafia pronta a rilevare le imprese in difficoltà, ma anche in quelli resi maggiormente attrattivi dal protrarsi della pandemia.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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