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Mattarella ricorda l’orrore delle foibe, troppo a lungo dimenticato. Ma l’Anpi attacca

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella  (Foto Palinko)

ROMA – «Le sofferenze, i lutti, lo sradicamento, l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume, delle coste dalmate sono iscritti con segno indelebile nella storia della tragedia della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze. Nel Giorno del Ricordo, che la Repubblica ha voluto istituire, desidero anzitutto rinnovare ai familiari delle vittime, ai sopravvissuti, agli esuli e ai loro discendenti il senso forte della solidarietà e della fraternità di tutti gli italiani». Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«I crimini contro l’umanità scatenati in quel conflitto -prosegue il capo dello Stato- non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista. Tanto sangue innocente bagnò quelle terre. L’orrore delle foibe colpisce le nostre coscienze. Il dolore, che provocò e accompagnò l’esodo delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, tardò ad essere fatto proprio dalla coscienza della Repubblica. Prezioso è stato il contributo delle associazioni degli esuli per riportare alla luce vicende storiche oscurate o dimenticate, e contribuire così -conclude Mattarella- a quella ricostruzione della memoria che resta condizione per affermare pienamente i valori di libertà, democrazia, pace».

Ma l’Anpi non concorda e attacca: «Oggi e’ il Giorno del ricordo, che ricorda la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo  degli istriani, fiumani e dalmati.  Guardiamo con compassione e rispetto a tutti gli innocenti colpiti da questa immane tragedia. Ma perdura l’assordante silenzio verso la piu’ complessa vicenda del confine orientale. Stigmatizziamo il silenzio verso la risiera di San Sabba, campo di sterminio dove furono assassinati dall’inizio del 1944 migliaia di ebrei, partigiani, detenuti politici ed ostaggi. Stigmatizziamo il silenzio verso i crimini nella Zona d’operazioni del litorale adriatico, che comprendeva l’attuale Friuli-Venezia Giulia e la Zona d’operazioni delle Prealpi, cioè l’attuale Trentino Alto Adige, occupati dai nazisti all’indomani dell’8 settembre, con la piena collaborazione dei fascisti italiani, complici o responsabili – a cominciare dalla X MAS – di innumerevoli delitti. A 17 anni dall’approvazione della legge prevale una memoria vera e drammatica, ma che è parte di una memoria molto più grande, volutamente e colpevolmente rimossa. Così operando si sollecita soltanto un nuovo nazionalismo che ci riporta al 900 e non sanerà mai le ferite del passato», così afferma n una nota Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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