Caos procure: Palamara, dopo Tangentopoli tolto il confine fra politica e magistratura

ROMA – «Un tema di riflessione che deve essere svolto è che la nostra costituzione, entrata in vigore nel 1948, aveva introdotto una linea di confine fra la magistratura e la politica, che era l’autorizzazione a procedere. Nel 1993, in epoca di Tangentopoli, il parlamento decise di toglierla. Da quel momento si perde la linea di confine e si ritiene, a torto o a ragione, all’interno della magistratura che l’autonomia si debba difendere con i processi».
Ad affermarlo è l’ex capo dell’Anm, Luca Palamara, ospite di Stasera Italia su Retequattro. «Questo – aggiunge – porta a un cortocircuito: le indagini doverose sulla politica, sui pubblici amministratori, finiscono per essere strumentalizzate e la magistratura finisce per essere trascinata su un terreno di contrapposizione politica che non gli appartiene. Questa è la mia delusione, questo è il momento di riflessione che io intendo condividere con tutti».
E sui rapporti stampa – procure aggiunge: «Io sintetizzo di come le inchieste della procura della Repubblica necessitino spesso della grancassa mediatica, di un rapporto molto stretto con la stampa, con la polizia giudiziaria e allo stesso modo con il giudice. Il rapporto pubblico ministero e giornalista, pubblico ministero e stampa, è un rapporto molto determinante nel successo delle indagini. Spesso – aggiunge – c’è questa tendenza spasmodica ad anticipare il prima possibile una notizia, un’informazione, un’intercettazione che non è rilevante per il processo ma è rilevante per il mondo della politica. E questo crea un cortocircuito sul quale, senza creare un clima conflittuale, vale la pena riflettere e ragionare». Questo è il bel risultato, secondo quanto afferma Palamara, al quale ci ha condotto l’inchiesta Mani Pulite, che salvò soltanto il Pds, travolgendo solo gli altri partiti e gli altri politici.
