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Dantedì, Schmidt: «Il tedesco Arno che critica il Sommo Poeta in Germania non conta nulla»

Il direttore degli Uffizi, il tedesco Eike Schmidt

FIRENZE – Sembra divertito, Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, quando gli vengono mostrate le critiche feroci mosse a Dante Alighieri da un giornale di Francoforte e firmata da un critico che, guarda caso, si chiama Arno. Schimdt rassicura subito: «Arno Widmann? È un personaggio di forte vis polemica, che ha sempre fatto parlare di sè per teorie volutamente provocatorie oppure, talvolta, di complotto. Volendo parlare male di Dante, gli muove contro argomenti totalmente insostenibili. La sua opinione non coincide affatto con l’opinione generale su Dante in Germania, non rappresenta nemmeno una corrente di pensiero».

Eike Schmidt, parlando a Lady Radio del quotidiano tedesco Frankfurter Rundschau, che, a firma del giornalista e cofondatore della testata Taz, Arno Widmann, attacca Dante Alighieri sminuendone l’importanza per la lingua italiana e la letteratura mondiale, accusandolo anche di scarsa originalità, aggiunge: «Widmann sostiene che l’importanza di Dante sulla lingua italiana non sia stata così grande, perché i bambini a scuola avrebbero difficoltà a comprendere i suoi testi. Ma non è affatto così. A parte qualche parola e qualche concetto teologico, la lingua di Dante è perfettamente intellegibile ancora oggi, diversamente da quanto accaduto con l’inglese o il tedesco del Trecento, che sono praticamente incomprensibili per gli inglesi e tedeschi odierni. Dice Widmann – prosegue il direttore degli Uffizi – che Dante abbia cercato di imitare i poeti provenzali francesi. Non è certo una grande scoperta: che egli abbia guardato ai provenzali come a un modello lo si sa da sempre, ma che si sia limitato a copiarli è altrettanto evidente che sia falso. Un’altro argomento di Windmann è che Dante abbia creato una contro-versione cristiana a fronte della tradizione islamica del viaggio ultraterreno del Profeta Maometto: questo è del tutto infondato, perchè il viaggio ultraterreno è un genere frequentissimo, non solo nella tradizione cristiana ma già nella letteratura classica romana e greca (si pensi solo all’Odissea, dove si narra della discesa di Ulisse nell’Ade per incontrare Achille). Si capisce che all’opinionista manca una conoscenza di base dell’argomento».

«Infine Widmann condanna la struttura stessa della Divina Commedia e afferma che Dante, il Poeta evidentemente non gli piace e anzi gli sta proprio antipatico, decidendo chi finisce nell’Inferno, chi nel Purgatorio e chi nel Paradiso, si sia messo al posto di Dio. Perché, secondo lui? E’ presto detto: sarebbe un effetto del suo enorme ego. Ma in definitiva, quale potrebbe essere la ragione di questo articolo? Probabilmente – ha ironizzato Schmidt – ad Arno Widmann, sapere che 700 anni prima di lui c’è stato uno scrittore con un ego più grande del suo proprio gli rode, non gli va giù…».

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Ernesto Giusti


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