Polizia: 40 anni dalla riforma, il messaggio di Mattarella

ROMA – A 40 anni dalla riforma della Polizia di Stato il Presidente Mattarella ha inviato questo messaggio: «La polizia moderna nella logica costituzionale propria della riforma dell’81, è oggi un Corpo dello Stato che i cittadini riconoscono come amico, accessibile ed aperto, elemento di coesione. Una ‘empatia democratica’ guadagnata sul campo anche nei giorni durissimi di questo annus horribilis appena trascorso, ma nata negli anni difficili del terrorismo, nutrita, nei lunghi 40 anni dall’introduzione della riforma, dal lavoro e dal sacrificio dei suoi componenti. Un impegno lungo che ha prodotto così i suoi effetti».
Oggi la Polizia di Stato celebra i 40 anni della legge di riforma. Il 1 aprile 1981 è infatti stata promulgata la legge 121 che ha ‘smilitarizzato’ il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, costituito la Polizia di Stato come prima forza di polizia civile a competenza generale e ridisegnato il sistema della Pubblica Sicurezza del Paese. Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha voluto evidenziare l’importanza della ricorrenza con un libro dal titolo ‘La riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza’ del prefetto Carlo Mosca, scomparso pochi giorni fa, che di quella riforma è stato uno degli ispiratori
«Una ricorrenza, sottolinea il Capo dello Stato, che coincide con un altro anniversario che il 2021 ci consegna: i 160 anni dell’Unità d’Italia. Sono ricorrenze tra loro intimamente collegate. La Polizia è uno dei volti dello Stato. La storia della Polizia è parte del racconto della edificazione dello Stato unitario, ne ha seguito l’evoluzione costituzionale garantendo lealtà nello svolgimento dei suoi compiti di autorità preposta al mantenimento dell’ordine pubblico. La legge 121 del 1981 è caposaldo vivo e vitale dei nostri tempi: ha rapportato l’agire della Polizia nella società ai valori della Costituzione repubblicana, affidandole una missione non dissipata in un compito meramente securitario, bensì proiettata esplicitamente verso la cura dell’ordine democratico del Paese».
