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Alitalia: diventa compagnia bonsai, sindacati contestano indicazioni della Ue

Alitalia 1 E1588698072108ROMA – Una compagnia aerea bonsai, anonima, di dimensioni regionali, con un piano industriale con modesti obiettivi imposto dalla direzione generale concorrenza della Commissione europea riporterebbe l’Italia indietro di 75 anni e cioè a non avere, entro i prossimi due anni, una compagnia aerea nazionale. E’ l’altolà che arriva dai segretari generali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia e Claudio Tarlazzi, che commentando le notizie su Alitalia, apparse stamattina su alcuni quotidiani parlano di danni inestimabili al Paese, qualora confermate.

Il nuovo schema – per riprendere la trattativa con Bruxelles – dovrebbe prevedere l’abbandono del vecchio marchio Alitalia (da recuperare eventualmente partecipando a una gara), un taglio degli arei a 43-45 e 2.850 dipendenti per la nuova Ita (il 26% degli attuali) da riassumere però dopo una selezione e con un nuovo contratto. Per gli altri ci sarebbe una proroga della Cig per 5 anni e uno scivolo per la pensione.
Per non sprecare i 3 miliardi a disposizione della nuova Alitalia – incalzano i sindacati – occorre un piano industriale adeguato al mercato in cui deve competere, per cui una compagnia bonsai sarebbe messa al tappeto ancora prima di iniziare la gara. Per Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti sono necessari almeno 100 aeromobili e un piano industriale che rafforzi il cargo, visto che la domanda con la pandemia è cresciuta molto, e che si posizioni sulle rotte più redditizie del lungo raggio.


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Ezzelino da Montepulico


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