Lucio Pifferi, promosso questore, va a dirigere l’antiterrorismo al Viminale
FIRENZE – La promozione del dr. Lucio Pifferi, capo della Digos fiorentina, mi riempie di soddisfazione. La Polizia di Stato spesso sa riconoscere i meriti di chi vale veramente e questo è proprio un caso esemplare.
Parlo a ragion veduta perché in due delicate sedi dove sono stato destinato prefetto (Padova e Firenze) ho avuto modo di conoscere le qualità del dr. Pifferi, di apprezzare la sua professionalità, la sua discrezione, il buon senso con il quale ha gestito situazioni particolarmente difficili nelle due città.
Lucio Pifferi lascia Firenze per andare a Roma, al Viminale, a dirigere l’Antiterrorismo internazionale della Direzione centrale della polizia di prevenzione.
A Padova abbiamo lavorato insieme in anni particolarmente difficili, nei quali abbiamo combattuto eversione e antagonismo, culmine l’operazione Tramonto nel febbraio 2007 che ha sgominato le Nuove Brigate Rosse. Un’inchiesta condotta dalla pm Ilda Boccassini, della quale a Padova eravamo a conoscenza in tre, il questore Marangoni, Pifferi ed io. E abbiamo mantenuto il segreto per due anni. Erano i tempi in cui gli antagonisti padovani (Cso Pedro) furoreggiavano nelle piazze degli spritz, organizzavano manifestazioni contro la destra, protestavano ovunque anche in modo violento. In tutte queste occasioni il dr. Pifferi ha sempre saputo mantenere equilibrio, buon senso e fermezza, facendo sì che le vicende non precipitassero. Ma soprattutto l’inchiesta Tramonto sulle Nuove Br lo ha impegnato, con risultati eccezionali, poi parzialmente vanificati nei processi dalla consueta benevolenza della magistratura giudicante. In quell’occasione i gruppi eversivi colpiti hanno sparso liquido infiammabile davanti al portone della casa di Pifferi, appiccando il fuoco. Le fiamme non hanno provocato danni gravi, soltanto qualche bruciacchiatura al portone, ma la gravità del gesto di spingersi sotto l’abitazione e sfidare apertamente il poliziotto che incarna l’inchiesta, uno dei principali artefici degli arresti di sindacalisti e aderenti al centro Gramigna sospettati di appartenere all’eversione rossa è stata eclatante.
Quando il dr. Pifferi è giunto a Firenze (luglio 2012) ero appena stato pensionato e l’incontrai subito per ricordare i nostri trascorsi padovani e per fare due chiacchiere sulla situazione fiorentina. Anche in quest’ultimo periodo Pifferi si è dimostrato sempre all’altezza della situazione, apprezzatissimo da prefetti, questori, magistrati, ma anche dalla stampa grazie alla sua cortesia, e al suo savoir faire, oltre che per la sua grande professionalità. Fioriscono le inchieste su anarchici, sulla destra estrema, per gli scontri tra tifosi situazioni nelle quali ovviamente la Digos fiorentina e il dr. Pifferi sono stati protagonisti.
Cito due situazioni che potevano rischiare di provocare disordini, le occupazioni dell’ex Collegio alla Querce e della casa dei Padri gesuiti di via Spaventa. Insieme alle altre istituzioni cittadine la Digos ha saputo far sì che si arrivasse a una soluzione indolore.
L’ultimo intervento che voglio citare, particolarmente delicato per il clima di lockdown e di proteste, le indagini condotte dalla Digos a seguito dei gravi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine nella notte del 30 ottobre 2020. Nel centro storico di Firenze era in corso una manifestazione non autorizzata, promossa ufficialmente ma in forma anonima per protestare contro l’atteggiamento del governo durante la pandemia Covid-19. L’azione intelligente della Digos ha permesso di distinguere manifestanti «innocenti» e provocatori, col risultato di 37 persone denunciate, 19 misure cautelari disposte dal Gip: sette arresti domiciliari, sette obblighi di dimora con divieto di allontanamento dalle 20 alle 7. Cinque obblighi di firma.
Ecco, ho fatto un quadro dell’azione e delle qualità del dr. Pifferi, al quale mi ha legato non solo un sentimento di profonda stima, ma alla fine anche un sentimento di amicizia, nel periodo in cui, da pensionato, ho continuato ad avere rapporti con lui. E’ veramente un funzionario che ha ricoperto con grandissima personalità ed efficienza un ruolo nel quale, in anni passati, Firenze ha visto passare dirigenti come De Francisci, Fasano, Indolfi. Ma Lucio Pifferi non è sicuramente da meno.
Rallegramenti e auguri, caro Pifferi, siamo sicuri che l’Antiterrorismo al Viminale sarà certamente in buone mani.
