Catania, Salvini: nessuna denuncia di uso politico della giustizia, ma occorre riformare la magistratura

Le vicende che hanno visto protagonista Matteo Salvini in conseguenza della sua politica dell’immigrazione (non solo sua ma del governo Conte1) dimostrano che talvolta può fallire l’uso politico della giustizia, da tempo utilizzato dalla sinistra per tentare di far fuori avversari politici (il caso Berlusconi insegna) che non riesce a far fuori con il voto.
Sono molte le inchieste iniziate dalle procure siciliane (attivissimo in questo senso il procuratore di Agrigento Patronaggio) che hanno ipotizzato la commissione del reato di sequestro di persona da parte del leader leghista nei confronti di migranti (massima parte clandestini) bloccati all’esterno dei porti. Mentre per altre fattispecie analoghe, protagonisti ministri e governi di diverso colore, l’occhiuta magistratura ha chiuso un occhio. Confermando in sostanza quanto affermato, nella vicenda caos procure, dal pm Palamara, che ha rivelato come la magistratura politicizzata intendesse fermare ad ogni costo il leader leghista.
CATANIA – Oggi Salvini ha ottenuto una prima vittoria uscendo indenne dal processo di Catania, assolto con formula piena, non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Per Salvini, all’epoca dei fatti ministro dell’Interno, l’accusa era quella di avere tenuto, nel luglio del 2019, per diversi giorni, 131 migranti a bordo dalla nave della Guardia costiera ‘Gregoretti. Il pm Andrea Bonomo ha chiesto il non luogo a procedere per Salvini. Perché, secondo l’accusa, trattenere a bordo i migranti per 5giorni non fu un atto illegittimo. Non solo. Secondo il pm Salvini non ha violato alcuna delle convenzioni internazionali e le sue scelte sono state condivise dal governo. El il Gup ha confermato le tesi del pm.
Al giudice per le indagini preliminari, Salvini aveva ricordato anche le intercettazioni di Luca Palamara con un altro magistrato, Paolo Auriemma. L’ex componente togato del Csm dice, riferendosi all’ex Ministro dell’interno, «ora bisogna attaccarlo, si legge nella memoria.
PALERMO – Dopo il no di oggi al processo a Catania, Salvini dovrà comparire, da imputato a Palermo, dal 15 settembre, per sequestro di persona nei confronti di 147 migranti rimasti per giorni sulla nave Open Arms. A Palermo la Procura è scesa in campo a ranghi compatti, procuratore Lo Voi in testa, per ottenere il rinvio a giudizio del leader leghista e per provare con tutti i mezzi la sua colpevolezza. Per questo episodio Salvini fu indagato dalla procura di Agrigento, con le ipotesi di reato di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio . Il procuratore Luigi Patronaggio inviò subito il fascicolo alla Dda di Palermo competente per valutare le accuse da sottoporre al tribunale dei ministri. Che chiese l’autorizzazione a procedere al Senato che la concesse subito; era in funzione allora il governo giallorosso. Conte2. Vedremo dunque se la procura operante riuscirà prendersi la rivincita a Palermo, dopo la sentenza di Catania, e a ottenere la condanna del leader leghista. Si tratta di fattispecie analoga a quella di Catania, ma ormai, con questa magistratura, non ci meraviglieremmo di nulla.
SALVINI – «Abbiamo la Sinistra piu’ retrograda del continente europeo che prova a usare la magistratura per vincere le elezioni che non riesce a vincere in cabina elettorale. La sentenza di oggi spero che sia anche utile agli amici del Pd e dei5 Stelle, le battaglie si vincono o in Parlamento o in cabina elettorale. Non in tribunale», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini commentando la sentenza di Catania.
ESPONENTI DI SINISTRA, ONG E ASSOCIAZIONI UMANITARIE SCATENATE – Mentre il Pd, scottato dalla sentenza, mantiene un silenzio significativo, il centrodestra applaude la sentenza di Catania. Ma soggetti che predicano l’accoglienza ad ogni costo trovano il modo di condannare, almeno moralmente, Salvini: «Salvini un giorno dovrà rispondere a qualcuno per aver commesso reati contro l’umanità». dice all’AdnKronos è l’ex sindaco di Riace (Rc) Mimmo Lucano, commentando il non luogo a procedere per Matteo Salvini.
Scendono in campo anche le Ong: «Siamo felici – ha scritto su Twitter Open Arms – per tutte le persone che abbiamo tratto in salvo durante la #Missione65 e in tutti questi anni. La verità del #Med è una, siamo in mare per raccontarla. Violare un diritto fondamentale come quello della protezione degli esseri umani in mare per fare propaganda politica, e’ vergognoso e mi fa male come soccorritore. E’ importante che si vada avanti, e’ assurdo che nel 21mo secolo si sia accettato di mettere in discussione la protezione della vita e della dignita’ delle persone». ha affermato Oscar Camps, fondatore di Open Arms. «Che il processo – aggiunge – sia l’occasione per giudicare un pezzo di storia europea e per rimettere al centro i principi democratici su cui si fondano le nostre costituzioni».
Quanto all’azione delle Ong, che dettano legge sui nostri mari, svincolate da ogni regola, tranne quella del soccorso in mare, l’unica che riconoscono, alcune inchieste iniziate da altre procure siciliane stanno approfondendo episodi che lasciano qualche dubbio. Vedremo se questa volta le indagini arriveranno a dimostrare episodi concreti.
Salvini chiede che sia rivista la politica dell’accoglienza, rivolgendosi a Draghi perché si faccia valere in Europa, visto lo scarso peso della gestione Lamorgese. L’Europa è la grande assente in queste vicende e lascia soli gli Stati mediterranei (esclusa ovviamente la Francia) a sostenere il peso dell’immigrazione selvaggia dall’Africa.
E’ giunto il momento che l’Italia faccia la voce grossa, non si fidi più dell’Europa, cominci a limitare arrivi e a moltiplicare espulsioni e rimpatri, mettendo fuori gioco quelle quinte colonne (sinistre, associazioni cattoliche e di sinistra e Ong) che del business dell’accoglienza hanno fatto e continuano a fare uno degli obiettivi principali della loro politica. In un momento nel quale l’Italia è in difficoltà per la sicurezza sanitaria, mentre molti italiani soffrono la crisi economica e non riescono a tirare avanti decentemente, non è ammissibile tollerare arrivi e accoglienza di clandestini senza limiti.
