Palermo, processo Open Arms: difesa Salvini cita a testimoni Conte, Lamorgese, Di Maio, Toninelli e altri ex ministri

PALERMO – L’ex premier Giuseppe Conte, ma anche l’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E ancora, gli ex ministri Danilo Toninelli, Giovanni Tria ed Enzo Moavero. Sono soltanto alcuni dei 31 nomi che, come apprende l’Adnkronos, a partire dal prossimo 15 settembre, saranno chiamati, se ammessi, dalla difesa del leader della Lega Matteo Salvini sul banco dei testimoni davanti alla seconda sezione
penale del Tribunale di Palermo. L’ex ministro dell’Interno Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio per avere tenuto fermi per giorni sulla nave Open Arms 147 migranti salvati nell’agosto del 2019 nel Canale di Sicilia.
Un’accusa che il suo legale, l’avvocato Giulia Bongiorno, ha sempre respinto. «L’Italia non è mai stata competente secondo il diritto internazionale per l’indicazione del Pos in quanto, anche a voler escludere la possibilità di una competenza libica, lo Stato responsabile per il rilascio del Pos era la Spagna, quale Stato di bandiera della nave
Open arms, e, limitatamente al terzo episodio, Malta», ha sempre sostenuto la difesa.
Tra i 31 testi citati ci sono politici, ex politici, ambasciatori, burocrati, prefetti e persino il comandante dell Open Arms Marc Reig Creus, che è anche parte civile. Tra i politici spiccano ancora i nomi dell’ex sottosegretario all’Interno Stefano Candiani, dell’attuale sottosegretario Nicola Molteni.
Nella lunga lista testi, su cui si dovrà esprimere il Tribunale, anche rappresentanti dell’Unione europea, come il Commissario europeo che dovrà spiegare quali fossero le iniziative assunte dall’Ue in quel periodo. E ancora l’ex premier maltese Joseph Muscat oltre al vicepresidente del Consiglio di presidenza in Libia, “che riferirà degli accordi tra le autorità italiane e libiche”. Tra i temi di prova della difesa, quello di “provare le violazioni dell’imbarcazione della ong Open Arms”, ma anche “di mostrare che i migranti furono sempre assistiti”, di “provare che non c’era competenza dell’Italia e che si stava aspettando la redistribuzione dei migranti”.
Secondo i legali il tema è capire se la Open Arms era veramente “in difficoltà” o se si stava “facendo una operazione di immigrazione clandestina”. La difesa tenterà a dimostrare che il provvedimento di divieto emesso dal Governo e dal ministro di allora Salvini era “giustificato”. Citato anche l’ex capo di gabinetto di Salvini, l’attuale Prefetto di Roma Matteo Piantedosi. O il questore di Agrigento Maria Rosa Iraci, così come i medici che riferirono delle condizioni dei migranti sulla Open Arms.
