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Ballottaggi: si vota a Roma, Torino, Trieste e in altri 7 capoluoghi

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Un seggio elettorale durante le operazioni di voto ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA – Ultimo giorno di campagna elettorale per i ballottaggi. Leader in campo nelle città al voto il 17 e 18 ottobre. A Roma, Torino, Trieste e in altri 7 capoluoghi di Provincia le sfide per i sindaci non assegnati al primo turno. Il centrodestra cerca la riscossa dopo la sconfitta dal 3-4 ottobre, il Pd va a caccia dei voti del M5s.

Enrico Letta già pregusta la vittoria: «Il nostro sforzo è far sì che” ai ballottaggi vincano “Gualtieri a Roma e Lo Russo a Torino. Se così fosse sarebbe un trionfo», scandisce di buon mattino. In particolare, il voto della Capitale sarà un test utile a verificare se gli elettori di quel campo largo tanto invocato dai dem convergano effettivamente sullo stesso candidato. Sul fronte opposto, il centrodestra è proprio nella Città Eterna che cerca la riscossa ricompattandosi sotto la bandiera della pacificazione.
Comunque vada, la sfida andrà avanti fino all’ultimo momento utile, tra comizi, faccia a faccia (il più recente su Skytg24) e chiusura della campagna elettorale. Oggi venerdì 15 ottobre il candidato del centrosinistra, dalle 17 chiamerà a raccolta i suoi supporter a piazza del Popolo dove dovrebbe spuntare anche il sindaco eletto di Napoli Gaetano Manfredi, simbolo della riuscita dell’asse giallorosso alle amministrative. Il competitor Enrico Michetti comincerà un’ora dopo a Campo dei Fiori con Giorgia Meloni e in collegamento Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
A dividerli, quando ormai sarà cominciato il silenzio elettorale, ci sarà anche la piazza di sabato chiamata dai sindacati in risposta all’assalto alla Cgil di una settimana fa: Gualtieri ci sarà, Michetti no.

A Torino, come Roma sfida centrale dei ballottaggi, a pochi giorni dal voto sale la tensione. Il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo è in vantaggio con il 43,6%, quello del centrodestra Paolo Damilano è staccato al 38,9%, ma come ha ricordato la leader Fdi Giorgia Meloni, in città accanto a Damilano, il ballottaggio è un’altra cosa, per cui i dati di partenza si azzerano e si ricomincia da capo. Abbandonato ogni fair play sabaudo, i due avversari puntano ora su una campagna più aggressiva. Il centrodestra crede nella rimonta, e si farà forte anche dell’appoggio in arrivo dalla prevista visita sotto la Mole del leader della Lega Matteo Salvini. Ci rivolgiamo – ha affermato Meloni – a tutti: ai tantissimi che non sono andati a votare, particolarmente nelle periferie, a quella parte dell’elettorato avversario che magari è delusa da una sinistra che fingeva di essere vicino ai più deboli e invece si è messa a fare la majorette dei poteri forti, e anche a quella parte dell’elettorato 5 Stelle che non ci sta a fare il vassallo del Pd. Nel centrosinistra, dove a tirare la volata finale per Lo Russo sarà il segretario Pd Enrico Letta, si confida negli oltre 4 punti di vantaggio del primo turno, sapendo di poter contare anche sugli elettori del candidato sindaco della sinistra Angelo d’Orsi, che ha già dato il suo pubblico endorsement. Non ci sono stati apparentamenti, per cui i voti del Movimento 5 stelle saranno un’incognita. Dalle dichiarazioni dei giorni scorsi non sembrerebbero diretti verso il centrodestra, ma molti elettori pentastellati potrebbero scegliere di restare a casa.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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