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Viminale: dimissioni prefetto di Bari, destre chiedono dimissioni anche di Lamorgese

ROMA – Il Capo del dipartimento immigrazione del ministero dell’Interno, prefetto Michele di Bari, si è dimesso per un’inchiesta sul caporalato a Foggia, che ha coinvolto la moglie. Queste le motivazioni del Gip: Rosalba Livrerio Bisceglia «evidentemente si occupava dell’assunzione della manodopera, attività che peraltro svolgeva senza conoscere direttamente i braccianti e sulla sola base dei documenti che le forniva il caporale». E’ quanto si legge nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari del gip di Foggia relativa all’indagine sul caporalato nel foggiano che ha portato al blitz dei carabinieri.

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha accettato le dimissioni del prefetto Michele di Bari dall’incarico di capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione presentate a seguito dell’inchiesta giudiziaria che coinvolge anche sua moglie.

FdI attacca il ministro: «Non basta che il capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale si dimetta dal proprio incarico. Dopo anni di continue criticità, serve una vera svolta per mettere la parola fine alla scandalosa gestione dei dossier in capo al ministero dell’Interno che ha in Lamorgese la principale responsabile. Dall’immigrazione alla sicurezza, gli errori e la superficialità del ministro evidentemente riguardano anche gli uomini
da lei confermati in ruoli chiave per la gestione del dicastero. Lamorgese si dimetta o sia il presidente del Consiglio Draghi a rimuoverla quanto prima’». Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

Anche la Lega all’attacco del ministro: «Sbarchi clandestini raddoppiati, 100.000 arrivi negli ultimi due anni, un’Europa su questo tema assente e lontana. E oggi le dimissioni del Capo Dipartimento dell’Immigrazione.
Disastro al Viminale, il ministro riferisca immediatamente in Parlamento».

In difesa del ministro ovviamente le sinistre: «Se non il garantismo, almeno il buon senso: come si possono chiedere le dimissioni di un ministro per un’indagine che non riguarda il ministro, non riguarda un dirigente del ministero, ma il coniuge di un dirigente del ministero? Direi che possiamo anche lasciar perdere’». Così il sottosegretario all’Interno
Ivan Scalfarotto di Italia Viva.

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