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Codice Schengen: le modifiche penalizzerebbero gli Stati di primo approdo dei migranti, come l’Italia

Sbarco di migranti a Lampedusa ANSA

ROMA – Nella proposta di modifiche al Codice Schengen, che oggi. 14 dicembre, sarà votata dal collegio dei commissari dell’Unione Europea, si prevede la possibilità di controlli alle frontiere nell’area dei Ventisette, ma solo in casi eccezionali. Quali? Secondo indiscrezioni trapelate ieri sera, si tratterebbe delle situazioni in cui un Paese membro debba affrontare movimenti secondari massicci e non possa mettere in campo soluzioni alternative. La stessa proposta caldeggia con forza sul ricorso a pattugliamenti congiunti delle frontiere e alla conclusione di accordi bilaterali, per evitare che i Paesi destinatari finali dei flussi (come Germania, Olanda, Belgio o Francia) possano respingere sistematicamente i migranti nei Paesi di primo ingresso (come Italia, Spagna o Grecia), abusando dell’opzione o facendo un uso eccessivo della reintroduzione dei controlli. Riguardo ai movimenti secondari, infatti, il ripristino dei controlli dovrebbe avvenire solo come extrema ratio e col coinvolgimento del Consiglio Ue nella valutazione delle eventuali implicazioni.

L’intento del documento, par di capire, è quello di favorire un maggior coordinamento frontaliero tra gli Stati membri, per evitare che i governi decidano in ordine sparso. La nuova regola per le eccezioni, nell’intento della Commissione, dovrebbe servire in situazioni di emergenza pandemica, di eventuali attacchi terroristici o ancora per dare strumenti di difesa contro gli attacchi ibridi (gruppi di migranti spinti a varcare una frontiera per fini politici), come quello da poco attuato dalla Bielorussia. Si può presumere che l’iter della proposta non sarà veloce, perché soggetto al meccanismo della co-decisione: dopo quello della Commissione, serviranno di fatto il via libera del Parlamento e quello del Consiglio Europeo. Quest’ultimo non è affatto scontato, per via delle divergenze politiche fra diversi governi sulla gestione dei flussi migratori.

Ma, secondo altre valutazioni, Bruxelles si prepara a varare una riforma delle regole di Schengen che andrebbe nella direzione diametralmente opposta a quella auspicata dall’Italia.  Invece di prevedere redistribuzioni, verranno facilitati i respingimenti da nord verso il Paesi di primo approdo. Questo meccanismo è sostenuto soprattutto da Emmanuel Macron (a gennaio entreremo nel semestre francese alla presidenza della commissione).  I dettagli del nuovo quadro normativo dovrebbero essere chiariti oggi, quando – salvo sorprese – arriverà il via libera del collegio dei commissari Ue. Sembra che: i Paesi in caso di movimenti secondari massicci potranno sospendere Schengen e introdurre controlli e pattugliamenti alle frontiere per evitare che, per esempio, i migranti passino dall’Italia in Francia. A imprimere un’accelerata ai lavori per l’approvazione della riforma è stata la crisi ai confini tra Bielorussia e Polonia. La riforma condannerebbe gli Stati di primo ingresso, come l’Italia, a trasformarsi in un enorme campo profughi. «Sul confine esterno si pretende che l’Italia (come la Spagna o la Grecia) accolga tutti gli immigrati che sbarcano illegalmente; ma nello stesso tempo si alzano barriere all’interno dell’UE affinché nessun immigrato passi  in Francia o in Germania o in qualche altro Stato Ue. Siamo all’ipocrisia che diventa istituzione», commenta Nicola Procaccini eurodeputato Fratelli d’Italia.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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