Gkn trattative: sindacati chiedono che governo assuma ruolo di garanzia e controllo

ROMA – Ulteriore riunione col Mise in presenza e in remoto fra le lsindacali, il Ministero, che ha informato sugli sviluppi possibili delle trattative. Gkn sta discutendo con l’advisor, l’imprenditore Francesco Borgomeo, il passaggio delle quote aziendali (asset, macchinari e lavoratori nelle stesse condizioni), e solo successivamente si attiverà il percorso per la reindustrializzazione. Borgomeo avrebbe chiesto sei mesi di tempo per l’operazione.
Per la Fiom e la Cgil «occorre arrivare ad un accordo per il rilancio industriale dello stabilimento di Campi Bisenzio, che abbia tempi precisi e con l’assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti. «Su questo punto, l’Advisor si è detto disponibile a prendere in carico il progetto industriale nel caso in cui le negoziazioni non dovessero concludersi positivamente».
Ad affermarlo in una nota congiunta sono Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze, Prato e Pistoia e Silvia Spera, Area Politiche Industriali per la Cgil nazionale chiedendo al Governo di assumere un ruolo di garanzia e di controllo.
Durante l’incontro, in presenza e in video conferenza, con il Mise sulla vertenza Gkn di Campi Bisenzio con Luca Annibaletti, coordinatore della struttura per le crisi, Stefano D’Addona, capo della segreteria tecnica del Viceministro, Romolo De Camillis per il Ministero del Lavoro e Invitalia, l’Advisor incaricato da Gkn, rilevano, «ha delineato gli avanzamenti delle negoziazioni con i due soggetti industriali interessati al percorso della rei ndustrializzazione. Gkn dovrebbe formalizzare il passaggio della proprietà della società all’Advisor entro la fine dell’anno. In questo
periodo di tempo l’azienda si impegna a non riaprire la procedura di licenziamento collettivo. Si sta ragionando sulla costituzione di una due diligence già a partire dalla prossima settimana, previa la condivisione del percorso con le organizzazioni sindacali».
Invitalia, rilevano, «ha affermato che svolgerà attività di verifica sul progetto e nella fase di rendustrializzazione si potranno mettere in atto strumenti come i contratti di sviluppo e il fondo di salvaguardia. Il Ministero del Lavoro interverrà con gli ammortizzatori sociali necessari per affrontare la fase di transizione. Servono, però, maggiori elementi di garanzia sulla continuità occupazionale dei 390 lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio, a cui si aggiungono quelli degli appalti».
Per i sindacalisti, «dobbiamo capire cosa accade dal 23 dicembre in poi. Le organizzazioni sindacali dovrebbero essere coinvolte nelle scelte, non siamo disponibili a fare gli spettatori. C’è un tempo di mezzo in cui non c’è alcun tipo di garanzia per le lavoratrici e i lavoratori. Prima di arrivare alla soluzione di carattere industriale, per la Fiom e la Cgil la questione fondamentale da chiarire è la continuità occupazionale nella fase di traghettamento. Per tali ragioni, chiediamo al Governo di assumere un ruolo di garanzia e di controllo. Al netto del vincolo di riservatezza posto
dall’Advisor, vogliamo capire quale ruolo politico intende esercitare il Governo, assieme alle istituzioni, non solo in un’eventuale reindustrializzazione ma anche nella precedente fase di passaggio».
