Buon Natale anche al nostro Esercito: che ha impegnato 7 mila soldati per la sicurezza di tutti e contro il covid

Non c’è solo il generale Figliuolo. Passando da piazza del Duomo, a Firenze, accanto al Campanile di Giotto, avrete notato i soldati in mimetica e giubbotto antiproiettile. E’ un presidio per la sicurezza, soprattutto contro ipotetici attentati, ma anche un piccolo baluardo che conforta, aiutandoci a capire che lo Stato, nonostante errori e incertezze, c’è. Esiste. E’ lì nella divisa di quei ragazzi, maschi e femmine, con giubbotto antiproiettile e fucile mitragliatore per farci sentire al riparo. Firenze Post, che ogni giorno accompagna i suoi lettori con le notizie di Firenze e della Toscana, ma anche dall’Italia e dal mondo, vuol rendere omaggio all’Esercito, poco citato e quasi mai ringraziato, nel giorno in cui il Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ha fatto visita ad alcuni tra gli uomini e donne della Forza Armata in servizio durante le festività nelle operazioni nazionali e nei servizi presidiari istituzionali su Roma.
SETTEMILA SOLDATI – Il generale ha ringraziato per l’operato svolto a tutela della collettività. Per tutto il 2021, l’Esercito ha continuato a impiegare – si afferma in una nota – circa 7 mila soldati italiani sul territorio nazionale in favore dei cittadini e delle Istituzioni locali. In oltre 50 provincie italiane, infatti, proseguono le attività di concorso alle Forze dell’Ordine, dal contrasto alle attività criminali sino alla prevenzione di possibili attacchi terroristici, cui si aggiunge, su tutto il territorio nazionale, il supporto al servizio sanitario nazionale per contrastare gli effetti dell’emergenza pandemica. In particolare, l’Esercito, in stretto coordinamento con le altre Forze Armate, rende disponibili tutte le capacità in termini di personale sanitario, personale addetto alla logistica, mezzi e materiali per l’esecuzione della campagna vaccinale e il contenimento del coronavirus.
TAMPONI – Sottolineando di nuovo che non c’è solo il generale Figliuolo, con le sue stellette e la sua divisa, in prima linea contro ilo covid, va aggiunto che, in poco più un anno, con il lancio delle operazioni Igea, Eos, Minerva e la più recente Athena, avviate su iniziativa del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, disposte dal Capo di Stato Maggiore della Difesa e dirette dal Comando Operativo di Vertice Interforze, sono stati effettuati oltre 2 milioni di tamponi, distribuiti 34 milioni di dosi vaccino (oltre un terzo di quelle somministrate su tutto il territorio nazionale) e inoculate, nei centri vaccinali dell’Esercito, di cui 46 ancora attivi, oltre 4 milioni di dosi. Inoltre, è stato determinante l’impiego di team mobili, costituiti da medici e infermieri militari, che hanno permesso di estendere la campagna vaccinale anche nei centri abitati più remoti e di raggiungere i cittadini più anziani e fragili.
MISSIONI – Questo vasto impiego di risorse – prosegue la nota- è stato reso possibile grazie all’autonomia logistica, alla capacità di operare nell’emergenza in situazioni di rischio, caratteristiche specifiche e intrinseche dell’Esercito, nonché alla capillare presenza sul territorio delle sue unità. In un quadro sanitario così complesso, inoltre, oltre 3.100 militari dell’Esercito sono dispiegati in numerose missioni sotto egida Onu, Nato e Unione Europea, operando in operazioni internazionali nelle aeree più critiche del Mondo (quali Somalia, Niger, Mali, Libia, Lettonia, Libano, Kosovo e Iraq)”. Durante la scorsa estate, è stato “determinante il ruolo dei soldati dell’Esercito intervenuti con brevissimo preavviso, a seguito della chiusura della missione in Afghanistan, per ristabilire le condizioni di sicurezza dell’aeroporto internazionale di Kabul e permettere l’evacuazione dei collaboratori locali, attraverso il ponte aereo stabilito con l’Italia nell’ambito dell’operazione interforze Aquila Omnia. Allora grazie, ragazze e ragazzi in divisa, per il lavoro che fate. In piazza del Duomo e in tutte le piazze d’Italia. E Buon Natale. Anche al generale Figliuolo.
