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Quirinale: Draghi e Berlusconi contro l’Uomo Mascherato. E la Donna Velata

Sulla ribalta, come prime sfidanti, appaiono le facce di Silvio Berlusconi e Mario Draghi. Dietro, avvolti da una coltre di nebbia, si stagliano le sagome dell’Uomo Mascherato e della Donna Velata, ossia i più seri candidato a succedere a Sergio Mattarella sulla poltrona dello studio del Quirinale, illuminato, la sera di ogni 31 dicembre, dalle telecamere che trasmettono a reti unificate. Silvio Berlusconi è sulla strada del Quirinale da tempo, partendo da molto lontano: dalla grande vittoria alle elezioni del ’94, ma anche dalla condanna in via definitiva e dallo scandalo del bunga-bunga. Mario Draghi stravincerebbe, se non avesse un problema: quello di abbandonare il Paese a nuove elezioni, con l’incognita di chi sarebbe poi chiamato a gestire i miliardi europei del Pnrr. Per entrambi, come detto, il cammino è immerso nella nebbia, come quella che ha avvolto il Colle e tutti i palazzi della politica romani nella notte di Capodanno.

MASCHERATI – Dietro di loro, direbbe Pirandello, c’è uno, non c’è nessuno, ce ne sono centomila. Con le facce di Giuliano Amato, della Cartabia, della Casellati e di altri signori e signore per ora mascherati. Pronti a palesarsi, per cominciare a correre verso l’ambiota poltrona quirinalizia, se le prime votazioni, salvo colpi di scena, non faranno eleggere il nuovo Capo dello Stato. Tuttavia, nella difficile ricerca da parte dei partiti di una soluzione, quanto più condivisa possibile, sono loro i due leader, per ora solo sulla carta, in lotta per la successione a Sergio Mattarella. Ovviamente nessuno di loro è candidato ufficialmente, ma se archiviamo, almeno per ora, l’ipotesi del bis, sono loro, tra mille incognite, le figure di cui si parla nei partiti. Mario Draghi, alla conferenza di fine anno s’è definito un nonno al servizio delle istituzioni, ma è noto che un suo trasferimento al Colle comporterebbe un accordo largo anche sul futuro governo.

BERLUSCONI – Silvio Berlusconi, da qualche settimana addirittura bisnonno, all’ultimo vertice del centrodestra s’è detto sicuro di avere i numeri per vincere. Ha parlato di 150 voti da aggiungere a quelli che ha già il centrodestra, escludendo ogni eventuale imboscata dai propri, i cosiddetti franchi tiratori. Ma non ci sta a farsi bruciare troppo presto. E’ ovvio che il momento della verità arriverà solo almeno tra diverse settimane, il primo voto potrebbe esserci il 24, e chissà che ruolo giocherà la pandemia, chissà quale sarà il dato dei positivi, fuori ma anche dentro Montecitorio, tra i grandi elettori. Tuttavia le due personalità rappresentano non solo profili molto diversi – uno un ‘tecnico’, l’altro ormai un leader politico a tutto tondo – ma anche due opzioni opposte. Draghi, almeno potenzialmente, vestirebbe l’abito del candidato condiviso, su cui potrebbero convergere i voti non solo della sua maggioranza ma perfino dell’opposizione di Fratelli d’Italia. Il Cavaliere, invece, sarebbe il candidato di una parte del centrodestra appoggiato eventualmente da elettori esterni, centristi o magari del Misto. Ambedue gli scenari avrebbero importanti conseguenze politiche.

DRAGHI – L’ elezione di Draghi comporterebbe un ulteriore sforzo da parte dell’attuale maggioranza a ritrovare, anche con un diverso premier, lo stesso clima di collaborazione che c’è stato con l’ex Presidente della Bce. In assenza di questo spirito, come trapela nei retroscena e nei rumors parlamentari, il rischio di andare a elezioni anticipate sarebbe altissimo. Ma anche con l’elezione di una personalità diversa dal premier, lo stesso, sarà importante stringere le fila e non dissipare i risultati dell’esecutivo. Altrimenti potrebbe essere lo stesso Draghi, se dovessero emergere troppe tensioni e distinguo nella maggioranza, a togliere il disturbo. Proprio per evitare salti nel vuoto tutti si muovono con enorme prudenza: il Pd da tempo auspica che i due percorsi, quello dell’elezione per il Colle e quello del governo, vadano avanti insieme. Enrico Letta, che ha contatti continui con Mario Draghi, da tempo punta a non logorare la figura del premier auspicando un accordo ampio a favore di una personalità non divisiva, super partes.

NASCOSTI – Nel centrodestra la partita è più complessa perchè esiste l’incognita Cavaliere. E’ nota la sua volontà di candidarsi, ma non i tempi e i modi in cui questa volontà prenderà corpo. Forza Italia fa quadrato. Maristella Gelmini ribadisce che è difficile sostituire Draghi a Palazzo Chigi. E Maurizio Gasparri, addirittura, si dice d’accordo con D’Alema contro il commissariamento della politica, rappresentato dall’elezione di Draghi al Colle. Sicuramente Berlusconi farà la sua mossa non prima di aver osservato le mosse degli altri, quindi dopo la riunione del Pd del 13 gennaio. Nessuna frenata, ma tanta prudenza perchè anche il Cavaliere sa benissimo che non ci si candida al Colle. Ed è prevedibile che il suo nome esca sul serio solo alla quarta votazione, quando basterà la maggioranza semplice. Ma come molto spesso succede nell’elezione del Capo dello Stato, a un certo punto può arrivare la sorpresa: quindi l’Uomo Mascherato. O la Donna Velata. Ossia personaggi nascosti nell’ombre, pronti a «sacrificarsi» in nome di una maggioranza ampia e qualificata. Ricordo bene il 1971: Amintore Fanfani era il candidato ufficiale Della Democrazia Cristiana (ma alcune correnti gli scatenarono contro, da subito i franchi tiratori), mentre De Martino era il campione delle sinistre. Su una delle schede, che Fanfani esaminava una ad una in quanto presidente del Senato, c’era scritto: «Nano maledetto, non sarai mai eletto». Fanfani-De Martino, De Martino-Fanfani, andammo avanti per primi sei scrutini e poi di nuovo all’undicesimo. Finchè spuntò il nome di Giovanni Leone. Che non finì il mandato e si dimise in un piovoso pomeriggio del giugno 1978. Le sue dimissioni arrivarono in seguito a una serie di insinuazioni, accuse e attacchi della stampa e del Partito Radicale, che erano andati avanti per mesi. Negli anni successivi la gran parte di quelle accuse si rivelò infondata. Nel 1998 Marco Pannella ed Emma Bonino gli chiesero ufficialmente scusa. Leone sarebbe morto tre anni dopo. Ma questa è un’altra storia… Dal 20 gennaio 2022 cominceranno gli scrutini, con i parlamentari e i delegati regionali. Una sfida appassionante come una finale mondiale. Ma in ballo c’è qualcosa di più di una prestigiosa coppa.


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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