Nutriscore, etichette sul vino: lettera aperta delle città del vino ai parlamentari europei

Città del Vino insieme a altre associazioni ha inviato una lettera aperta ai parlamentari europei sul Cancer Plan e Nutriscore e sulle ricadute negative che questo può avere sui alcuni prodotti tipici italiani.
Questo il testo:
Egregi Onorevoli,
gli aderenti al Patto di Spello (Associazione Nazionale Città del Vino,
Associazione Nazionale Città dell’Olio, Movimento Turismo del Vino,
Movimento Turismo dell’Olio, Federazione italiana delle Strade del Vino,
dell’Olio e dei Sapori, Unione Italiana Vini), esprimono la loro forte
preoccupazione per alcuni dei contenuti espressi dalla relazione Beating
Cancer Plan, approvata nelle scorse settimane dalla Commissione
straordinaria contro il cancro (Be.Ca) del Parlamento Europeo, in quanto non
traspare con sufficiente chiarezza la netta distinzione tra consumo moderato
e consapevole di alcuni prodotti quali, ad esempio il vino, rispetto all’assunto
che “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol” e che pertanto le
bevande che ne contengono una qualunque quantità, sono pericolose per la
salute umana.
Il piano europeo contro il cancro, iniziativa alla quale attribuiamo una forte
valenza sociale e che nei suoi principi generali non può che essere condivisa,
se verrà applicato così come previsto, penalizzerà fortemente, insieme al
mondo del vino, anche altri prodotti tipici italiani e persino la possibilità di fare
promozione enoturistica, settore questo che, sulla scorta di dati e ricerche
anche recenti, sta assumendo un ruolo sempre più importante nello sviluppo
– per altro di natura ampiamente sostenibile – dei territori rurali.
Tra le misure previste per la lotta all’alcol, oltre alle etichette
con alert “sanitari”, è previsto persino il divieto di poter fare pubblicità e di
sponsorizzazione ad eventi sportivi da parte di aziende produttrici di prodotti
alcolici, oltre ad un aumento della tassazione e la revisione della politica di
promozione, correlata a un sistema di punteggi. In pratica, chi produce vino
potrà avere meno risorse per la promozione perché nel vino c’è l’alcol. Le
proposte presentate all’interno del piano vedono comparare il rischio di
insorgenza di tumori dovuti al fumo con i rischi derivati dal consumo di vino,
senza distinguere tra l’abuso e il bere moderato e consapevole, con il
possibile esito di colpire pesantemente un settore che solo in Italia conta su
1,3 milioni di addetti, miliardi di fatturato, e una supremazia mondiale delle
esportazioni in termini di volume, oltre che una riconosciuta qualità che
rappresenta la migliore immagine del nostro Paese nel mondo.
Ciò che sorprende è che non venga fatta alcuna distinzione tra l’abuso ed il
consumo moderato di alcol, due approcci culturalmente ben differenti, e non
si consideri – come affermato da decine di studi scientifici – che un calice di
vino a pasto (tanto più se vino rosso) riduce il rischio di incorrere in malattie
cardiovascolari grazie ai polifenoli e al resveratrolo.
Il vino è un settore fiore all’occhiello del Made in Italy, la cui dinamicità sta
producendo ricadute positive nelle economie dei nostri territori che la presa di
posizione della Commissione straordinaria rischia di compromettere in quanto
capace di trasmettere un messaggio non corretto rispetto al tema del
consumo di alcol, non facendo distinzione – ad esempio – tra il vino e
superalcolici, tra abuso e bere moderato e consapevole.
La Commissione Ue ha pubblicato, inoltre, il documento per l’accesso ai
fondi di promozione dei prodotti agricoli per un budget di oltre 176 milioni di
euro, inserendo tra i criteri di accesso alle risorse l’allineamento al piano
comunitario di lotta al cancro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel
piano d’azione di lotta contro l’alcol, prevede misure analoghe, con l’obiettivo
di ridurre del 20% il consumo di alcol entro il 2030. A tutto questo si aggiunge
il Piano di lavoro 2022 sulla promozione in agricoltura, approvato dalla
Commissione Ue, e che attribuisce punteggi ai progetti in base alle
indicazioni del piano anticancro. Alla luce di queste novità, se nel
frattempo non saranno apportate modifiche, i produttori di vino (ma
anche di salumi, carni rosse, etc.) si vedranno decurtare il punteggio di
ammissione alle graduatorie dei bandi di promozione in ambito
comunitario.
Il timore è che questo insieme di norme possa provocare un effetto negativo
a valanga per il Made in Italy e per la promozione dei territori e del turismo
enogastronomico.
Tenuto conto di queste riflessioni lanciamo un appello i tutti i
Parlamentari europei italiani di farsi promotori delle istanze dei nostri
territori affinché le politiche di prevenzione contro il cancro e per la
tutela della salute dei cittadini non si trasformino in battaglie
ideologiche contro le produzioni tipiche italiane.
Sono a rischio tanti posti di lavoro in un settore che vale, secondo
l’Osservatorio sul Turismo del Vino, oltre 2,5 miliardi di euro di fatturato (dato
pre-pandemia); se consideriamo i danni provocati dal virus al settore turistico,
ecco che questi provvedimenti potrebbero penalizzare ancora di più i nostri
territori dove le produzioni tipiche non sono certo “attentati alla salute
pubblica”, ma espressioni di una cultura e di una economia secolari.
Pertanto, ci auspichiamo, che vengano rivisti i criteri ed i parametri in base ai
quali è stata redatta questa relazione, ricordando che da più fronti è stato
chiesto che venga considerato il parere della comunità scientifica che già in
precedenza aveva duramente criticato la tesi, oggetto della relazione Beca,
secondo cui non esisterebbe un livello sicuro di consumo di alcol definendola
la lacunosa e difettosa.
Analogo appello lo rivolgiamo al Ministro per le Politiche Agricole, affinché il
Governo italiano faccia sentire la propria voce su questo argomento a difesa
del Made in Italy enogastronomico, del suo valore sociale, economico,
culturale che, tra l’altro, il mondo ci invidia.
ANGELO RADICA Presidente Associazione Città del Vino
MICHELE SONNESSA Presidente Associazione Città dell’Olio
NICOLA D’AURIA Presidente Movimento Turismo del Vino
DONATO TAURINO Presidente Movimento Turismo dell’Olio
PAOLO MORBIDONI Presidente Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori
SEBASTIANO DE CORATO Unione Italiana Vini
Il sindaco di Montespertoli Alessio Mugnaini, come membro toscano del Consiglio Nazionale di Città del Vino, ha dichiarato:
“L’Unione Europea, pur cercando di contrastare i cattivi stili di vita e di tutelare la salute dei propri cittadini, sta di fatto bollando come pericolosi alcuni prodotti che da sempre sono sulle nostre tavole come il nostro vino. La battaglia per la tutela della salute non si fa mettendo bollini sulle etichette ma promuovendo il corretto consumo di questi prodotti. Se penso per esempio al nostro vino Chianti e al fatto che da sempre ha un consumo moderato legato ai pasti delle famiglie mi viene da dire che forse chi si inventa queste norme conosce poco la nostra storia e la nostra tradizione. Produttori, consorzi e istituzioni locali già da tempo lavorano insieme per promuovere un giusto consumo favorendo la ricerca di qualità a discapito della quantità su questo può unirsi anche l’Europa.”
