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Ucraina: Putin firma in diretta Tv il riconoscimento delle repubbliche separatiste. L’ira dell’Occidente

“L’Ucraina non è un Paese confinante, è parte integrante della nostra storia e cultura”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, in un discorso alla nazione in diretta tv, 21 febbraio 2022 (Foto ANSA)

MOSCA – Svolta clamorosa, e assai pericolosa, nella crisi ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato in diretta tv il decreto per il riconoscimento delle repubbliche autoproclamate del Donbass e accordi di collaborazione con le repubbliche di Donetsk e Lugansk, le due entità separatiste del Sud-Est ucraino. L’intervento di Putin è stato un colpo durissimo alle speranza di pace.

PUTIN – In chiusura del lungo e drammatico discorso televisivo alla nazione, il capo del Cremlino ha firmato il relativo decreto con al fianco i capi dei due ‘Stati’ ribelli, scatenando la condanna di tutti i leader occidentali. Il colpo da teatro è arrivato dopo una durissima arringa contro i dirigenti ucraini, accusati di ogni nefandezza, e contro l’Occidente. “L’Ucraina ha già perso la sua sovranità, diventando serva dei padroni occidentali”, ha attaccato il capo del Cremlino. Per poi accusare la Nato di essere già praticamente presente sul territorio ucraino, minacciando direttamente la sicurezza della Russia. “In Ucraina le armi occidentali sono arrivate con un flusso continuo, ci sono esercitazioni militari regolari nell’ovest dell’Ucraina, l’obiettivo è colpire la Russia. Le truppe della Nato stanno prendendo parte a queste esercitazioni, almeno 10 sono in corso, ed i contingenti Nato in Ucraina potrebbero crescere rapidamente”.

MACRON – Le parole di Putin sembrano aver cancellato nel volgere di pochi minuti le prospettive di una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina, e in generale del braccio di ferro che da mesi contrappone la Russia e l’Occidente. Solo poche ore prima, il presidente francese Emmanuel Macron aveva portato a termine una lunga giornata di consultazioni telefoniche che sembravano aprire la strada ad un vertice tra Putin e il presidente Usa Joe Biden. Poi una serie di docce gelate, una dietro l’altra. Putin non è contrario a vedere Biden, ma prima bisogna stabilire gli obiettivi del vertice, aveva puntualizzato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. L’incontro “è possibile”, cercava di controbattere l’Eliseo. Ma poi ci ha pensato lo stesso capo del Cremlino a fugare le illusioni, affermando che il processo di pace in Ucraina allo stato attuale non ha “alcuna prospettiva”.

CASA BIANCA – A quel punto la Casa Bianca ha rilanciato l’allarme per “un attacco estremamente violento contro l’Ucraina possibile nei prossimi giorni o ore”. E tutto è sembrato rotolare ineluttabilmente verso il conflitto. La decisione di Putin a beneficio delle repubbliche ribelli nell’est dell’Ucraina è stata presa dopo una lunga riunione del Consiglio di sicurezza nazionale ed è stata annunciata allo stesso Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz prima di essere resa pubblica ufficialmente. Le ore precedenti avevano visto nuove violazioni del cessate il fuoco in Donbass. Ma soprattutto una serie di gravissime accuse lanciate dai separatisti e dalle stesse forze armate russe all’esercito ucraino. Come quella di avere infiltrato nella regione russa di Rostov un gruppo di sabotatori, cinque dei quali sarebbero stati uccisi dai militari di Mosca. O quella di aver bombardato un posto di frontiera russo. Entrambi episodi negati da Kiev, che invece ha denunciato l’uccisione di due suoi soldati e il ferimento di altri quattro in un bombardamento separatista. Da parte sua, l’autoproclamata repubblica di Donetsk ha affermato che un suo miliziano e un civile hanno perso la vita in un bombardamento ucraino.

ONU – L’Ucraina ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, mentre il suo ministro degli Esteri Dmytro Kulebba, a Bruxelles in occasione della riunione dei suoi colleghi della Ue, ha fatto appello perché l’Unione adotti “già ora sanzioni” contro Mosca, senza aspettare un’invasione. Per ora, Kiev e i 27 hanno raggiunto solo un accordo di principio sulla creazione di una missione di formazione militare consultiva in Ucraina. Ma intanto ci si prepara ad ogni evenienza. “La situazione delle ultime ore ci preoccupa molto, l’Italia è in massima allerta per affrontare gli eventi con la massima preparazione”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi di Maio, ribadendo l’invito a tutti i connazionali a lasciare il Paese.

VOLI CANCELLATI – E mentre l’Air France, seguendo l’esempio di Lufthansa e Swiss Air, ha deciso di annullare i voli per Kiev in programma martedì, le autorità russe hanno invitato le compagnie commerciali a non sorvolare il Mar d’Azov, nel nord del Mar Nero, ad est della Crimea. Eppure, proprio nella giornata più fosca della crisi, Lavrov aveva confermato per giovedì un incontro a Ginevra con il segretario di Stato americano Antony Blinken e il giorno dopo, avevano fatto sapere fonti francesi, un altro a Parigi per esaminare le possibilità del vertice auspicato da Macron, da allargare ad altri capi di Stato oltre a Putin e Biden. Prima però che in serata Putin facesse saltare il tavolo delle trattative. L’ultima speranza? Che Putin abbia voluto alzare la posta: per presentarsi al tavolo con le carte più pesanti.


Sandro Bennucci

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