Approvazione Mes: la Ue sollecita l’Italia, battaglia fra i partiti, anche di maggioranza

BRUXELLES – In vista del Consiglio Ue del 12 e del 13 marzo, Bruxelles torna in pressing sull’Italia, unico Paese membro insieme alla Germania a non aver ancora ratificato la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità. “Ci aspettiamo che l’Italia proceda con la ratifica” del Mes “il prima possibile” anche perché l’Unione bancaria “include” il backstop dal Meccanismo europeo di stabilità, ha spiegato un alto funzionario Ue in vista della riunione dell’Eurogruppo prevista a Parigi venerdì 25 febbraio.
Archiviate le dispute e le diatribe succedutesi durante i due governi a guida Conte, i partiti non sembrano poter trovare la quadra neppure questa volta. Sul Mes si rischia ancora un incidente. Forza Italia è da sempre favorevole alla riforma, mentre la Lega è sempre contraria. Sull’altro fronte, il Partito Democratico la sostiene. Il M5S potrebbe invece trovarsi in imbarazzo sulla linea da seguire. Nei fatti è stato il Governo giallorosso Conte II, con Gualtieri ministro dell’Economia, a dare il via libera politico dell’Italia in sede europea alla riforma del Meccanismo com’è oggi., ma il no M5S al Mes è nel programma con cui i grillini si sono presentati alle scorse elezioni.
Da quando ha fatto capolino nella gestione della crisi greca, il fondo si è guadagnato uno “stigma” che ne ha di fatto reso politicamente insostenibile il ricorso. Ne è una prova il fatto che le linee di credito emergenziali per le spese sanitarie, messe in campo subito dopo l’arrivo del Covid, non sono state mai prese in considerazione da alcun Paese europeo. La riforma, oltre a prevedere rigorose condizionalità macro-economiche, rende meno contorta la ristrutturazione del debito pubblico. Una modifica che tira direttamente in ballo l’Italia, da sempre gravata da un enorme fardello, ora appesantito anche dal Covid e dal rialzo dei tassi.
Un altro macigno sul cammino del governo Draghi, già irritato dalle ultime controversie che hanno diviso la maggioranza che sostiene l’esecutivo, provocando l’irritazione del premier. Vedremo a breve cosa accadrà, ma la Ue non arretrerà facilmente dalle sue poco gradite richieste.
